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«Così il nazionalismo nutre tutte le guerre»

Autore: Gabriele Santoro
Testata: Il Messaggero
Data: 5 marzo 2022

Nell'Europa, piombata nuovamente nell'incubo della guerra, il romanzo Zona (edizioni e/o, 443 pagine, 19 euro, traduzione di Yasmina Mélaouah), appena arrivato nelle librerie con una nuova traduzione, raffigura una potente epopea contemporanea della violenza del Novecento che ancora ci attanaglia. L'opera, che insieme a Bussola (Premio Goncourt e finalista del Man Booker Prize) ha consacrato a livello internazionale lo scrittore francese orientalista, classe 1972, Mathias Énard, ospite del festival Dedica a Pordenone fino al 12, nel flusso di coscienza del narratore Francis Servain Mirkovic, veterano di guerra, nazionalista croato, macchiatosi di crimini contro l'umanità nell'ex Jugoslavia, ripercorre lo spazio mediterraneo e i conflitti che l'hanno segnato. In treno da Milano a Roma, destinazione Vaticano, Mirkovic intende consegnare i segreti della sua attività di spia e cambiare vita. Durante il viaggio nella sua mente esplora il male che ha compiuto, ricostruendo il mosaico della violenza così ancora attuale. Qual è il principale effetto dell'eterno ritorno della guerra? «È finita l'illusione che l'Europa non possa essere ancora un campo di battaglia, un luogo di contesa. Dall'incubo nucleare alla nuova Cortina di ferro sembra incredibile come in pochi giorni siano riemersi i fantasmi di un passato mai pienamente rielaborato».