Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Come rendere socialmente desiderabile la conversione ecologica

Autore: Checchino Antonini
Testata: Il Manifesto
Data: 21 maggio 2022

«VENEZIANO , scrittore, saggista e politico con i Verdi, Gianfranco Bettin è attivo dalla fine degli anni '70 e proprio in quel tempo incrocia Alex Langer di cui ora rilancia in questo libro una suggestione decisiva per «rimuovere la rimozione»: «La conversione ecologica potrà affermarsi se apparirà socialmente desiderabile», poiché «la paura della catastrofe non ha sinora generato questi impulsi...». È il desiderio, infatti, a spiegare ad esempio la longevità del movimento No Tav. Da quelle parti sono riusciti a rendere «desiderabile» l'attivismo e la partecipazione ai presidi come costruzione di comunità piuttosto che come disciplina. Col climate change è più difficile perché è molto più pervasivo e inafferrabile di un cantiere dell'alta velocità, ma non impossibile. Certamente è necessario e urgente. A patto, suggerisce il testo di Bettin, di decolonizzare l'ecologia politica, superando i limiti di un ecologismo dell'uomo bianco del Nord del mondo, ma anche di leggerla alla luce dei femminismi, e rinunciando all'antropocentrismo, osando immaginare persino «cosa si prova a essere pipistrello». UN APPRODO a cui l'autore non arriva solo alla luce della sua militanza di lungo corso nelle vicende del Sole che ride . Il volume, prima di entrare nei territori della politica, prende le mosse dalla centralità della scienza nella denuncia precoce della crisi climatica e nella documentazione accurata di cosa sta avvenendo tra l'atmosfera e la biosfera, delle sue cause antropiche, dell'impatto devastante dell'industrialismo, dell'estrattivismo, del consumismo. Perché non era così caldo da 125mila anni, perché «ci sono molti soldi» dietro le intemperanze del clima. Bettin fornisce una mole notevole di dati e piste da seguire per comprendere le cause e tutte le implicazioni della «torrida tempesta degli atomi» e i modi e la forza con cui i tempi stanno cambiando. La Terra è «arca e diluvio» e anche questo complica un quadro in cui non si danno scorciatoie per fermare l'«ipermutamento». Piuttosto, per la sfida più radicale mai affrontata serve il più grande movimento collettivo della Storia».