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Sfrattiamo l’uomo dal centro del mondo

Autore: Ugo Morelli
Testata: Doppiozero
Data: 10 luglio 2022
URL: https://www.doppiozero.com/sfrattiamo-luomo-dal-centro-del-mondo

«Oggi che “quel soffio di drago scalda la Terra”, come scrive Gianfranco Bettin nel suo libro I tempi stanno cambiando. Clima, scienza, politica, [Edizioni e/o, Roma 2022], pubblicato nella Collana di pensiero radicale diretta da Goffredo Fofi, un’azione forte e globale rimette il pianeta in azione e “stravolge l’antico equilibrio climatico in cui abbiamo potuto vivere agevolmente, ma che infine abbiamo spezzato, provocando la crisi del climate change”.

Il tempo in cui viviamo, secondo Bettin, vede all'opera non tanto l'affermazione dell'Antropocene, quanto la sua fine. Dopo l'epoca che ha visto il genere umano plasmare e segnare il pianeta in profondità, ciò che osserviamo oggi è la reazione della Terra. La Terra ha reagito come una forza naturale che agisce e reagisce in base alle leggi della fisica, e sta cambiando tutto. Non siamo più noi ad accendere il motore del mutamento e a dettare i ritmi del ballo, scrive Bettin. L'abbiamo fatto per uno o due secoli intensamente, dopo che per qualche millennio l'avevamo fatto più discretamente. Abbiamo suonato la nostra musica e dettato le priorità. Poi, appunto, il pianeta e l'atmosfera hanno reagito e sono tornati a dettare i tempi, i modi, i ritmi. Siamo noi a doverci adattare. Bettin conclude il libro scrivendo: “L'Antropocene è finita, è di nuovo il tempo della Terra” [p. 180].

Il percorso dell'analisi di Bettin, si svolge in maniera particolarmente chiara cercando di mettere in evidenza i diversi aspetti che la crisi di vivibilità, energetica, ambientale e climatica, che stiamo attraversando, e partendo dalla connessione esistente fra crisi climatica, evoluzione storica del problema e situazione pandemica. Avvalendosi del sesto rapporto IPCC, l'autore segnala la relazione stretta che esiste fra la crisi di biodiversità e la centratura sull'utilizzo di fonti fossili del nostro modello di sviluppo. Da qui deriva la constatazione di quello che egli chiama “l'equilibrio spezzato”, ponendo in rapporto le caratteristiche dell'antico equilibrio del sistema vivente sulla Terra con le leggi dell'effetto serra e la determinazione di quello che comunemente si chiama overshoot, cioè la propensione di noi umani a consumare le risorse oltre le condizioni che sono garanti della loro riproducibilità».