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Le inconfessabili oscurità, Naspini in stato di grazia

Autore: Sara Galletti Manfroni
Testata: Lucialibri
Data: 14 luglio 2022
URL: https://www.lucialibri.it/2022/07/14/inconfessabili-oscurita-naspini-grazia/

Una storia che travolge, col suo mistero, la sua ferocia e la sua disperazione, ovvero “Le nostre assenze” di Sacha Naspini. Le crisi e le frustrazioni di un ragazzino di dieci anni alle prese con grossi problemi familiari, che rovescia quel che di distorto ha appreso su un compagno di giochi più sfortunato di lui…

Corre veloce Naspini in questo suo ultimo romanzo. Veloce e spiegato come ci ha abituati da tempo, con quel suo stile stringato, memorabile, che non fa sconti e racconta le cose per come stanno, prendendole in mano, passandole tra le dita e mostrandocele crude e venate di sorpresa.

Famiglia frammentata, Toscana profonda Le nostre assenze (170 pagine, 16 euro) di Sacha Naspini, edizioni e/o, è la storia di un ragazzino di dieci anni che cresce in mezzo alla disfunzione di una famiglia frammentata: una madre giovanissima incapace di farsi carico di una famiglia intera e un padre immaturo e del tutto assente, capace solo, quelle rare volte che torna a casa, di portare guai.

Sullo sfondo e nella carne, la Toscana più profonda e selvaggia con i luoghi segreti che custodisce, posti battuti solo dai cacciatori di tesori antichi, i tombaroli.

Il piccolo, l’aggressivo, egocentrico ragazzino che ci presenta i fatti è come una valanga al suo inizio e rovescia quel che di distorto ha appreso su un compagno di giochi più sfortunato di lui: Michele, un sempliciotto vittima di violenze e anaffettività ancora più disperanti, messo a vivere in una casa che assomiglia più a una discarica che ad altro, con dei delinquenti per genitori.

Un battito primordiale La frustrazione del piccolo protagonista, le sue incontrollabili crisi abbandoniche, trovano così una via di sfogo e, dentro ad una sorta di “Stand by me” capovolto, lo porteranno a scoprire le inconfessabili oscurità dell’animo umano in una riuscitissima e nera metafora di scavo, fuori e dentro di sé.

La scoperta che le profondità nostre e della terra custodiscono un battito primordiale che ci chiama, una visione brevissima che spezza le catene del tempo e ci unisce agli uomini che furono, il brivido di essere gli unici depositari di un tesoro inestimabile e il prezzo insanguinato che si paga nel compiere le scelte sbagliate.

Una storia che travolge, col suo mistero, la sua ferocia e la sua disperazione, una narrazione che veicola un messaggio di sgretolamento e continuità attraverso la rappresentazione di un’umanità fragile, persa, in balia della fortuna e più spesso della sfortuna, dell’ignoranza, di un’ambiguità naturale.

In poche parole, un Naspini ispiratissimo, in pieno stato di grazia.