Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Epopee coloniali, ferite aperte

Autore: Severino Colombo
Testata: Corriere della Sera - Style Magazine
Data: 30 agosto 2022

«NON SI PUÒ VIVERE l'istante e scriverlo nello stesso momento» ricorda una scrittrice matura al giovane collega protagonista del romanzo La più recondita memoria degli uomini (ed. e/o) del senegalese Mohamed Mbougar Sarr. Il passaggio dà subito il mood: è una storia che ha a che fare con la letteratura e con la vita, un gioco di specchi in cui l'una rimanda all'altra creando un labirinto di esistenze vissute e narrate. Il romanzo - il titolo viene da un passaggio tratto da I detective selvaggi del compianto cileno Roberto Bolaño (altro maestro di specchi e labirinti) - racconta di Diégane, scrittore senegalese di oggi, che si mette sulle tracce di uno scrittore e connazionale di ieri, T.C. Elimane. Anni addietro, nel 1938, Elimane aveva scritto un romanzo che aveva diviso la critica e il pubblico: il capolavoro del «Rimbaud negro» (erano tempi pre-cancel culture) o solo la scopiazzatura di un truffatore. Dove sta la verità, e perché il libro è sparito dalla circolazione? Che fine ha fatto il suo promettente e misterioso autore, ancora fermo a quell'unico titolo? A questi interrogativi rispondono - è questo il felice cortocircuito del romanzo - la vita vera e la Storia. Ne scaturisce una caccia al tesoro appassionante in cui Sarr va a toccare molte ferite aperte del Novecento: l'Africa coloniale, la Francia occupata, perfino l'Argentina del secondo dopoguerra. CENTRALE NEL LIBRO è il rapporto con le proprie radici di chi vive oggi in un Paese, in un continente, diversi da quello d'origine. Ancora più complicata è la posizione di chi questo rapporto prova a narrarlo: «Scriverò come scegliersi per territorio non il paese natale, ma il paese fatale, quello a cui la nostra vita profonda ci ha destinato da sempre». In ballo ci sono identità, tradizioni, tradimenti: questioni che valgono anche per l'autore. Sarr, nato a Dakar, ha studiato e vive in Francia dove con questo libro ha vinto, nel 2021, il Goncourt, il più importante premio letterario del mondo francofono; è il primo scrittore originario dell'Africa subsahariana a raggiungere questo traguardo.