Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Gli artisti del ghetto mordono Parigi dando la caccia al "Rimbaud negro"

Autore: Andrea Marcolongo
Testata: La Stampa - TuttoLibri
Data: 10 settembre 2022

C'è un'altra storia della letteratura (che forse è la vera storia della letteratura): «quella dei libri perduti in un corridoio del tempo, neanche maledetti, semplicemente dimenticati, i cui cadaveri, ossa e solitudini affollano i pavimenti di prigioni senza carcerieri e segnalano infinite e silenziose piste ghiacciate». È a questa storia che appartiene La più recondita memoria degli uomini di Mohamed Mbougar Sarr, quanto di meglio è stato pubblicato in Francia nel 2021 e adesso edito in Italia da E/O con una traduzione magistrale di Alberto Bracci Testasecca. Premio Goncourt meritatissimo (il primo attribuito a uno scrittore dell'Africa subsahariana) e ovazioni di critica altrettanto dovute, quest'autore senegalese poco più che trentenne ha saputo scrivere un romanzo che è un atto di fede nella letteratura, un elogio di stile e soprattutto un manifesto per l'immaginario dell'Africa. (...)

La più recondita memoria degli uomini di Mohamed Mbougar Sarr è un libro formidabile, allo stesso tempo crudele, divertente, feroce, disperato, come la vita. Una magnifica riflessione sulla permanenza della memoria e l'eredità del colonialismo, sulla scrittura e sull'amore. Sarr non soltanto riesce a fare letteratura, ma anche a parlarne «perché parlarne significa mantenerla in vita, e finché sarà viva lei la nostra vita, per quanto inutile, per quanto tragicamente comica e insignificante, non sarà andata del tutto perduta».