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Libri

Autore: Gabriella Cantafio
Testata: Il Foglio
Data: 6 settembre 2022

Dalle acque chete del mar Mediterraneo, in cui sono custodite le sue radici nonché le sue "Isole minori" , Lorenza Pieri riprende in mano il timone letterario per far navigare i suoi lettori verso la tempestosa Chesapeake Bay, costa atlantica degli Stati Uniti, dove la terra, da sempre, deve fare i conti con l'acqua. Qui, con la prepotenza dei tornado e degli uragani, l'oceano sta fagocitando il suolo, dunque la villa di famiglia degli Amenta, migranti siciliani di inizio secolo, di cui ormai rimangono soltanto tre figli e la madre con la memoria intaccata dal morbo di Alzheimer. Fervidi, invece, sono i ricordi dei tre fratelli che, dinanzi all'inevitabile disfacimento della casa, definita simbolo della prepotenza umana, perché costruita dal nonno Joe senza rispetto per la natura, ma con mattoni di tracotanza, decidono di porre fine al lento quanto estenuante processo di erosione che colpisce il suolo, l'abitazione, la famiglia, gli affetti. Riaprire la porta della villa sul mare, divenuta un ammasso di legno fradicio, in cui l'odore di cibo e buca to è stato coperto per sempre dalla puzza di muffa e zanzare, blatte e ratti hanno preso il sopravvento su uccelli, granchi blu e cavalli, equivale a scardinare la serratura ormai usurata del cassetto del cuore che custodisce decenni di ricordi imputriditi dall'acqua scura delle tempeste climatiche e familiari. E' una riunione di famiglia, convocata dalla figlia di mezzo per recidere definitivamente i legami rimasti in sospeso in quella casa che ormai ha perso qualsiasi valore, anche immobiliare, a far riaffiorare un rito dell'infanzia, quando la madre dotava ciascun figlio di una scatola di legno di cedro da riempire con oggetti reputati necessari per affrontare i mesi di villeggiatura. A distanza di tempo, con un significato diverso e minor coinvolgimento emotivo, rispunta questo scrigno in cui ognuno deve riporre cimeli del passato da portare in salvo da quell'ultimo trasloco che segna il di stacco definitivo da un luogo travolto da una marea di sentimenti contrastanti. Alternando tecniche narrative che spaziano dall'io narrante alla terza persona, la scrittrice dedica un capitolo a ognuno dei fratelli, lasciando scorgere, tramite la sua penna accurata, le contraddizioni di Anna, la fragilità di Geoff e la risolutezza di Bruno, che si susseguono nelle pagine abitate dall'eco delle vite di tre bambini che non esistono più. Ma a resistere al tornado della malattia e dell'inquietudine sono gli oggetti, sopravvissuti per narrare con il loro silenzio impolverato la storia di una famiglia ormai claudicante. Senza ricorrere a costrutti artefatti, Pieri lascia comporre agli scampoli della memoria la trama di una saga familiare, di cui non resta altro che un tempo cristallizzato, da cui fuggire per non naufragare nella nostalgia.