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La mala nostrana e quella cinese, noir in salsa pulp. “La ballata di Mila”, primo romanzo del padovano Matteo Strukul

Autore: Antonio Stefani
Testata: Il Giornale di Vicenza
Data: 16 settembre 2011

Amazzone dei tempi moderni, killer spietata non senza ragioni, Mila Zago tra le sue rare tenerezze ne coltiva una speciale per l’Altopiano dei Sette Comuni, il luogo dov’è cresciuta ricevendo dal nonno un’educazione marziale. Ad Asiago le piace mescolarsi tra i tifosi durante le ribollenti partite di hockey e nei dintorni della piana di Marcesina, nascosta tra gli abeti, s’annida la sua casa-rifugio. È, questo, uno dei tanti tocchi narrativi che rendono “veneta” alla massima potenza “La ballata di Mila” romanzo d’esordio del padovano Matteo Strukul per le edizioni E/O che verrà presentato questo sabato (ore 21) al Galla Caffè di piazza Castello.
Orchestrato secondo i cruenti stilemi del genere “pulp”, in un frenetico alternarsi di efferatezze e suspence il racconto innesta la sua vena visionaria su uno sfondo realisticamente assai plausibile, ovvero la lotta per la supremazia territoriale nel Nordest tra due gang criminali, quella locale capeggiata dal boss Pagnan e quella cinese dei Pugnali Parlanti agli ordini del non meno crudele Guo. Tra le linee delle opposte fazioni gioca la sua doppia – e rischiosa – partita la giovane Mila, spinta dall’inestinguibile desiderio di vendicare una brutale violenza subita nello stesso giorno in cui la malavita le ammazzò il padre poliziotto. E il suo corpo atletico, forgiato per lottare, la sua chioma a trecce rosso sangue, il suo armamentario ipertecnologico, la sua voglia di farsi giustizia, accompagnano il lettore attraverso una galleria di crude e spettacolari sequenze d’azione che mescolano con efficacia il cinema di Quentin Tarantino e Sergio Leone al noir americano attuale di firme come Lansdale e Gischler, evocando inoltre il gusto “splatter”  e senza respiro di certi cartoon e videogame per ricavarne, talvolta, effetti volutamente grotteschi.
Già segnalatosi in campo narrativo con il racconto Bambini all’inferno pubblicato sul “Manifesto”, il trentottenne Matteo Strukul ha al proprio attivo anche altre esperienze nel campo della scrittura, come i due ampi saggi biografici dedicati ai cantautori rock Massimo Bubola e Massimo Priviero e diverse collaborazioni con riviste musicali e quotidiani. All’incontro che lo vedrà protagonista al Galla Caffè sarà presentato da Marianna Bonelli.