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La casa dei delfini

Testata: La biblioteca di Babele
Data: 19 ottobre 2022
URL: https://labibliotecadibabele.wordpress.com/2022/10/18/la-casa-dei-delfini-audrey-schulman/

(...) Se la vicenda generale si ispira quasi completamente a quella reale in cui era coinvolta la Lovatt, Margaret e Cora sono due persone diverse. A Cora vengono aggiunti dei tratti esotici e la sordità, che nell’economia del romanzo risulterà molto utile nella comprensione profonda che instaurerà con i delfini (pensiamo a quanto può essere suggestiva un’interazione fra un animale che non parla la lingua umana e una donna che non può sentirlo). Lei ha perso l’udito quando era piccola e per questo – ma anche per altri motivi di cui parleremo dopo – ha sempre avuto delle difficoltà a relazionarsi con gli altri umani. Immergendosi in acqua, però, si rende conto di riuscire a sentire meglio i versi dei cetacei, perché non avverte tanto i suoni quanto le vibrazioni che essi emanano e che si riverberano nell’acqua. Lei riesce a diventare la loro unica amica, l’unica ancora di salvezza dagli scienziati a cui interessa solo aprire loro il cranio con un trapano e poi ributtarli in acqua terrorizzati. A un certo punto, però, Cora percepisce quasi di non far più parte della “squadra” umana, si sente un mero strumento di ricerca, quella che viene usata per raggiungere lo scopo. Tranne quando si tratta della sua fisicità, perché il rapporto della ragazza con il genere maschile non è mai stato sereno: viene guardata, esaminata, quasi molestata, com’è sempre accaduto nella sua vita (per questo è un romanzo che parla anche di femminismo e corpo femminile). Lei, per riuscire ad avere il controllo di ciò che sta facendo, deve riuscire a essere più di loro, quindi studia, si informa, deve stupirli, deve far capire a Blum e agli altri scienziati che non è lì semplicemente per eseguire degli ordini. E il modo in cui finirà l’esperimento sarà proprio la conferma del fatto che è andata oltre e che il comando, in fondo, lo ha avuto lei.

La casa dei delfini è un romanzo molto interessante che inizia quasi in sordina, quando Cora si imbatte in Blum e nei delfini. Schulman racconta in maniera quasi analitica e scientifica tutta la storia, specificando all’inizio di ogni capitolo il luogo e il giorno in cui si svolge l’azione, come il diario di un esperimento. Ho avuto l’impressione che la narrasse anche in maniera piuttosto misurata, che non fosse il linguaggio usato a coinvolgere emotivamente il lettore ma i semplici fatti. Fatti che poi inevitabilmente vanno oltre le aspettative dei ricercatori, suscitando in noi che leggiamo la sensazione che accadrà qualcosa di tremendo, sia alla ragazza che ai delfini, nello specifico a Junior (che nella storia vera accaduta alla Lovatt è Peter).

Come ho già detto prima, in rete potete trovare moltissimi articoli che parlano di quel che accadde negli anni Sessanta e anche tantissimi video su Youtube in cui si vede Margaret che parla con Peter facendogli ripetere delle parole. (Bisogna che faccia un appunto: nel libro i delfini riescono a ripetere in modo stentato qualche parola, nella realtà l’apparato fonatorio dei delfini non glielo permette, ma riescono a riprodurre il ritmo delle sillabe e delle frasi, e i video veri di Peter sono incredibili.) Il consiglio che vorrei darvi è, però, di leggere prima questo romanzo – qualora vi abbia incuriosito – e poi di cercare su Google testimonianze e materiale scritto e visivo di quel famoso esperimento naufragato in modo clamoroso.