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Più lenti, più profondi, più dolci, rileggere Langer in tempi di guerra

Autore: Marinella Correggia
Testata: Il Manifesto
Data: 22 dicembre 2022

Anticipando di cinque anni uno spartiacque mondiale - la conferenza Onu su ambiente e sviluppo a Rio de Janeiro -, Alexander Langer nel 1987 diede vita insieme a un gruppo di attivisti alla Campagna Nord-Sud. Biosfera, sopravvivenza dei popoli, debito. L'impegno, attualissimo, della campagna Nord-Sud era per la cancellazione dell'ingiusto debito finanziario del Terzo mondo, vincolata a impegni planetari di conversione ecologica e giustizia sociale. «Convivenza tra umani e convivenza tra umanità e natura: i due poli oggetto dell'impegno e della riflessione di Langer, in realtà, nel suo lavoro e nel suo pensiero si intrecciano sempre» ricorda Gianfranco Bettin che ha curato e introdotto la più recente raccolta di scritti, per le edizioni e/o (Alexander Langer, La scelta della convivenza). Langer, promotore della nuova ecologia in Italia ed Europa, politico nelle strade e nelle istituzioni, attivista per la nonviolenza, giornalista e autore, insegnante. In «Minima personalia», la densissima autobiografia che apre il libro, Langer (nato a Vipiteno nel 1946) racconta la sua vita di sudtirolese di sinistra. «Nessuna delle bandiere che spesso svettano davanti a ostelli o campeggi è la mia. Non ne sento la mancanza», scrive ricordando i suoi viaggi da studente in Europa. Uno spaesamento fruttuoso, che lo orienta, in quell'epoca anche violenta: «Insieme a diversi amici comincio a capire - a metà degli anni 1960 - che forse un gruppo misto può essere la chiave per capire e affrontare i problemi del Sudtirolo: sperimentare la convivenza in piccolo». In parallelo, si sviluppa la militanza politica - prima in Lotta continua, poi a livello locale con la Nuova sinistra, infine l'approdo nei Verdi, fino all'europarlamento. Determinante l'impegno antimilitarista, anche nel periodo forzato della leva, «in una caserma punitiva di montagna, con i muli» (era stato processato - poi assolto - per vilipendio alle forze armate); là «è il periodo della mia vita in cui sopporto la maggiore fatica fisica e mi trovo tra contadini e operai». I suoi «dieci punti per la convivenza interetnica» delineano i comportamenti necessari per evitare i disastri dell'odio e della guerra. La necessità di nuove relazioni e forme di organizzazione sociale fra gruppi etnici, minoranze e maggioranze. L'importanza di mediatori, costruttori di ponti, esploratori di frontiera, di rapporti, di familiarità. Un'alleanza fra «obiettori» dei due fronti in lotta può essere uno strumento di negoziato e pace. Langer si spese moltissimo, anche nella sua veste istituzionale, per la fine del conflitto nell'ex Jugoslavia. (...)