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L'inizio della fine è avvenuto in Cecenia

Autore: Federica Lavarini
Testata: Corriere della Sera - La Lettura
Data: 19 febbraio 2023

«Ma che diavolo succede, non sarà mica scoppiata la terza guerra mondiale?», si lamenta Pavel, il giorno di Pasqua, con la moglie Tanja, la prima dei due ad apprendere dall'edizione serale del telegiornale che proprio lui, Pavel Vladimirovic Volodin, dovrà mediare per liberare centododici persone, tra le quali dodici bambini, in ostaggio in una chiesa ortodossa a sud-est di Mosca.
È questa la condizione per poter avviare la trattativa resa nota da Vadim Petrovic Serëgin, detto Vadik, con un video amatoriale diffuso su YouTube. Pavel riconosce l'attentatore: un soldato russo, di religione musulmana, vittima di un rapimento in Cecenia nel 1996, durante il primo conflitto. Pavel, allora inviato di guerra, ripercorre quei giorni: venuta meno l'occasione di intervistare Aslan Maschadov, futuro presidente ceceno, rimedia con quella al terrorista Šamil Basaev e con un servizio sulla liberazione di quattro prigionieri, tra cui Vadik che, tornato a Mosca, inizia una nuova vita. Almeno così pensava Pavel.
Il romanzo Russo no del giornalista Michail Ševelëv assomiglia a un flusso di coscienza, in cui lunghe digressioni sul passato di Pavel, alter ego dell'autore, si alternano all'emergenza della cronaca, che riporta alle ferite della strage di Beslan (2004) e del Teatro Dubrovka (2002), di cui ha lasciato testimonianza in prima persona Anna Politkovskaja. Il tempio, reale e magnifico, della Trasfigurazione di cristo, innalzato da Ivan il Terribile nel villaggio di Ostrov, attuale oblast' di Mosca, e consacrato alla memoria dello zar Boris Godunov nel XVII secolo, è lo sfondo in cui è ambientato parte del romanzo. «Una scelta che rimarca il peso, sottovalutato, della chiesa russa ortodossa nella società», spiega l'autore intervistato via email. «La mia intima conoscenza del luogo vi vede anche un'influenza dell'architettura musulmana», aggiunge. Ševelëv ha frequentato l'Università statale di Lingue straniere di Mosca, città in cui è nel 1959 da genitori giornalisti, già in era sovietica attivisti impegnati nella salvaguardia dell'ambiente e nella tutela della libertà religiosa. (...)