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La ballata di Mila

Autore: Marianna De Rossi
Testata: Corpi Freddi - Itinerari Noir
Data: 5 ottobre 2011

“Sarebbero venuti a chiedermi pietà in ginocchio. Un giorno li avrei colpiti con una violenza che li avrebbe fatti tremare. Loro e tutti quelli come loro. Larve.”

A Padova la rivalità tra mafia cinese e criminalità organizzata si fa sempre più aspra, oggetto del contendere è il predominio sul territorio Veneto. Protagonisti di questa faida sono la banda dei Pugnali Parlanti e una cosca locale guidata da Rossano Pagnan. Il sangue comincia a scorrere copioso, tradimenti e sparatorie sono ormai all'ordine del giorno. In tutto questo caos irrompe sulla scena Mila Zago. Un killer tanto spietato quanto affascinante, con dei dreadlock rossi che non passano inosservati e un corpo da capogiro ma che è una vera e propria arma da guerra costruita con anni e anni di estenuante allenamento. Sembra programmata per uccidere Mila e quando si presenta a Rossano Pagnan offrendosi come unica soluzione per sconfiggere Guo Xiaoping e i suoi Pugni Parlanti il boss crede di aver trovato la soluzione ai suoi problemi. Ma le cose non andranno proprio così, perché Mila ha ben altri progetti in testa per se per tutti gli altri, e non si fermerà fino a quando non avrà ottenuto quello vuole: vendetta.

Questo primo romanzo di Matteo Strukul “La ballata di Mila” edito da e/o nella collana Sabot/age non mi ha convinta molto. La Collana, secondo quanto dichiarato da Massimo Carlotto che ne è il curatore è “dedicata alle storie che il nostro Paese non ha più il coraggio di raccontare”; e questo potrebbe essere vero, visto che il tema principale del romanzo è il dilagare della criminalità organizzata in Veneto. Quello che mi ha fatto un po’ storcere il naso è che non ci sono forze dell’ordine a contrastare i delinquenti, ma uno schianto di ragazza con dei dreadlock rossi, occhi verdi, bella da togliere il fiato che si muove come una gazzella e fa carneficina di uomini con troppa facilità!

La storia non è male, le pagine scorrono veloci perché piene di azione, personalmente avrei fatto a meno di inserire la parte del “diario di Mila” che un po’ rallenta lo stile narrativo. Quello che non mi ha convinta e anzi mi ha accompagnata per tutto il tempo della lettura è una sensazione di dejà vu. Mila è una via di mezzo tra La Sposa di Kill Bill e Lisbeth Salander di Larsson, dice frasi che forse in bocca a McLane di Die Hard potrebbero risultare simpatiche ma immaginando come sfondo quello di Badia Polesine un po’ stonano. I dialoghi lasciano un po' a desiderare, sono molto d'effetto ma in alcuni casi suonano un po' troppo assurdi. Ci tengo a precisare che a me i romanzi pulp piacciono, e perciò la mia critica non è rivolta al genere, ma alla poca originalità nel dar vita a un personaggio già visto o letto altrove.