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Carlo Piano racconta Donato Bilancia: l’intervista sul suo libro “Il torto”

Autore: Marina Denegri
Testata: L'Opinionista
Data: 30 maggio 2023
URL: https://www.lopinionista.it/carlo-piano-racconta-donato-bilancia-intervista-libro-il-torto-166461.html

Nel suo libro lo scrittore e giornalista Carlo Piano ha ricostruito nei dettagli la vita del serial killer più efferato del Novecento

GENOVA – Tra le pagine di cronaca nera più cruente degli ultimi cinquant’anni figura quella di Donato Bilancia, serial killer crudele e impietoso. Tra il 1997 e il 1998 ammazzò in soli sei mesi diciassette persone tra la Liguria e il Basso Piemonte. Nove uomini e otto donne. Biscazzieri, gioiellieri, metronotte, cambiavalute, prostitute. Con motivazioni e modus operandi diversi. Ma con un solo chiaro e preciso scopo: uccidere. Il 6 maggio 1998 venne arrestato a Genova e, successivamente, condannato a tredici ergastoli. Morì di Covid, in carcere, nel dicembre del 2020, dopo aver rifiutato le cure. A Donato Bilancia, o Walter come si faceva chiamare da tutti, il giornalista e scrittore genovese Carlo Piano ha dedicato un libro, “Il torto – Diciassette gradini verso l’Inferno”, pubblicato da edizioni e/o nella Collana Dal Mondo e disponibile online e nelle librerie. Noi de L’Opinionista lo abbiamo intervistato. Ecco cosa ci ha detto.

Chi era Donato Bilancia?

“Un personaggio contraddittorio. Un uomo che fino all’età di quarantasei anni era stato un ladro gentiluomo -si definiva l’Arsenio Lupin della Val Bisagno- ma senza aver mai usato la forza e che di colpo si trasformò in uno degli assassini più efferati della storia del Novecento. Lesto nel guadagnare e altrettanto abile nello sperperare. Maniacale nel rimborsare il debito di gioco, per difendere la propria reputazione, ma capace di commettere le azioni più spietate. Galante con le donne ma pronto un attimo dopo a denigrarle”.

Perché Donato Bilancia cominciò improvvisamente a uccidere?

“Donato Bilancia cominciò a uccidere per un torto. Nel corso della sua vita aveva subito tante frustrazioni ma ad un certo punto nella sua testa scattò qualcosa che scatenò il patatrac. D’altronde io penso che la distanza tra noi cosiddetti ‘normali’ e un carnefice sia molto più sottile di quanto pensiamo: é sufficiente imboccare un bivio sbagliato … basta che un neurone vada fuori orbita. Walter si manteneva giocando a carte. La prima volta uccise il tenutario della bisca dove pensava di essere stato derubato e truffato. Il suo errore era quello di cercare nell’ambiente delle bische clandestine il sentimento di amicizia, già difficile di per sé da trovare nella vita. Poi uccise l’altro tenutario della bisca e sua moglie. E continuò cambiando continuamente bersaglio”

Quali traumi giovanili hanno influito sulla psiche di Donato Bilancia, che comunque, fu ritenuto “capace di intendere e di volere”?

“L’infanzia di Donato Bilancia fu segnata da due traumi, dovuti entrambi a derisione. Il primo era legato a una sua menomazione dal punto di vista sessuale, l’altro a un disturbo. All’età di dieci anni era in vacanza con mamma e papà e con le tre cuginette, che lui chiamava ‘le tre scimmie’. Tutte le sere, prima di andare a letto, il padre, mentre lo aiutava a spogliarsi, ne metteva a nudo la menomazione. Le ‘tre scimmie’ ridevano e lui moriva di vergogna. Inoltre soffrì di enuresi fino all’età adolescenziale. La madre, anziché aiutarlo, esponeva il materasso bagnato ad asciugare sul ballatoio, dove tutti potevano vederlo, comprese due ragazze di cui era innamorato”. (...)