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Tu non sei come le altre madri

Testata: Mondo Editoriale
Data: 6 ottobre 2011

Angelica Schrobsdorff, con Tu non sei come le altre madri, raggiunge la vetta di un romanzo ricco, intimo, avvolgente e coinvolgente, capace di cancellare con la sua melodia ogni suono estraneo alla narrazione, ogni distrazione ad una lettura che tutto chiede, e tutto dà.
E’, quella che esce dalla sua penna e – prima ancora – dal suo cuore, in primo luogo la storia di una famiglia: una figlia e i suoi genitori, una donna e i gli uomini che ha amato, da ciascuno ha avuto un figlio – fedele alla promessa fatta a se stessa.
Else è, in questa storia di famiglia, il cardine di una genealogia che nel passato è un tronco solido di albero dritto e forte, nel presente un magnificente caleidoscopio di relazioni, amori e tradimenti, nel futuro (ormai divenuto anch’esso passato) una rete complessa le cui maglie finiscono col disfacersi, troppo tormentate per tenersi insieme con la forza di un amore, che pure resiste al distacco, alla lontananza, alla separazione.
Se fosse solo questo Tu non sei come le altre madri sarebbe già un romanzo memorabile: per l’intensità delle vicende a cui dà corpo, per la scrittura che fluisce, esplora, racconta, dipinge.
Ma è molto di più.
E’ la storia di una donna, della sua costruzione di sè, dei modelli di femminilità che il suo tempo le offre con la forza di un’imposizione e che lei rifiuta senza mai però arrivare ad essere ad essi completamente estranea: l’amore, la dedizione e il tradimento, la maternità e la paternità, la ricerca di un’immagine soddisfacente di sè negli occhi e nel cuore di amori passeggeri ma a volte intensi, di amiche con cui “fare le svitate”.
E’ la storia dell’incontro tra la cultura ebraica e la cultura cristiana: delle chiusure di ciascuna nei confronti dell’altra, della capacità (e difficoltà) di strappare ai pregiudizi spazi autentici, della vitale mescolanza che nasce dall’incontro tra individui che si scoprono affini al di là e contro ogni diversa appartenenza.
E’ una storia dentro la Storia di un secolo, il XIX, di cui dipinge luci sfavillanti e ombre spaventose con la vivacità e autenticità che possono nascere solo dall’incontro del quotidiano con l’universale: la difficoltà di leggere il proprio presente – di più: il rifiuto di provarci, la pretesa che farlo non sia necessario nè conveniente; la terribile sofferenza per la privazione degli affetti, degli spazi, delle abitudini di tutti i giorni – anche quando si sa che il freddo, la fame, la solitudine sono niente in un mondo che uccide, tortura, stermina; il conflitto con le proprie radici e la ricerca di una identità – tanto più difficile e dolorosa in un tempo che non riconosce il meticciato, che (prima e dopo) separa gli uni dagli altri sulla base di identità rigide e senza appello.
In qualunque di questi modi – in un qualunque altro – lo si voglia leggere, Tu non sei come le altre madri è un’emozione intensa e profonda, una lettura che scorre veloce ma dura a lungo, nella mente e nel cuore. Insieme alla sensazione di aver gettato uno sguardo – mai oltraggioso, sempre partecipe – in un luogo intimo come sanno esserlo solo quelli costruiti sull’amore, in una vicenda straordinaria e fuori dal comune, ma capace di dire molto delle relazioni, contraddizioni, speranze e disillusioni che appartengono anche ai sentieri più semplici.