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Complesso di classe

Autore: Annamaria Guadagni
Testata: Il Foglio
Data: 11 novembre 2023

«Questa è la Ramondino più nota, poi ce n'è un'altra conosciuta poco o nulla, che è venuta prima e che - dispersa in scritti mili tanti, inchieste, articoli di giornale - sareb be stato impossibile ritrovare senza l'antologia sapientemente curata da Mirella Armiero per e/o. Singolare anche in questo, Fabrizia Ramondino non è stata una scrittrice militante ma semmai il contrario: una militante che aveva custodito il suo talento rivelandolo solo nell'età matura, a un certo punto della vita. Prima era stata maestra di strada, aveva lavorato all'Aied e insegnato alle braccianti come usare il diaframma per prevenire gravidanze indesiderate; aveva fatto inchieste sui disoccupati e su quella enorme fabbrica a cielo aperto che era il centro storico di Napoli, dove si tagliavano e cucivano a domicilio scarpe e guanti. Ma certo anche questo lo aveva fatto con il suo inimitabile, brusco ed eretico stile. Su posizione anarchiche, vicina al socialismo di Proudhon, Ramondino fece la tirocinante al Ceis di Rimini dove si sperimentava la pedagogia attiva. A Napoli cominciò col doposcuola per i bambini dei vicoli e poi con la scuola serale degli adulti ben prima che nascessero le 150 ore per il recupero scolastico dei lavoratori. Negli anni Sessanta, fondò con Vera Lombardi, Lamberto Borghi e altri l ' Associazione risveglio di Napoli, che fu tra i suggeritori ascoltati da Tristano Codignola mentre si preparava la legge per la scuola media unica, che avrebbe introdotto l ' istruzione obbligatoria fino a quattordici anni».