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Intervista a Matteo Strukul

Autore: Osvaldo Piliego
Testata: CoolClub.it
Data: 24 ottobre 2011

La ballata di Mila è un esordio folgorante, al fulmicotone. Matteo Strukul confeziona un romanzo dal retrogusto molto americano ma ben piantato nell'Italia di oggi. Un libro dal ritmo incalzante e cinematografico che inaugura Sabotage la nuova collana delle edizioni e/o diretta da Massimo Carlotto.

Mila è un personaggio che attinge al cinema di Tarantino, al western, al grande noir. Un'eroina vendicativa, cattiva. Una figura complessa. Ce ne parli?

Mila è un personaggio femminile destabilizzante. Volevo una donna capace di condurre la storia da un punto di vista intellettuale e fisico. Come lettore compulsivo ritenevo che la narrativa italiana non avesse ancora un personaggio del genere, certo a livello straniero il discorso era ben diverso. The Bride in "Kill Bill" di Tarantino, "Nikita" di Luc Besson, Lisbeth Salander della trilogia Millennium firmata da Stieg Larsson, e poi Bloodrayne nell'omonimo videogioco, Alice in "Resident Evil" - videogame e film - l'Elektra di Frank Miller o la Scarlet di Brian Michael Bendis per il fumetto; insomma da quel punto di vista di esempi ce n'erano. Ma l'Italia è un Paese maschilista e una donna come Mila è un po' troppo per uno Stato dove esistono detti tipo: "Dietro ogni grande uomo c'è una grande donna". Odio quel genere di affermazioni, mi sembrano le classiche sentenze bon ton entrate nel linguaggio comune che divengono addirittura frasi di convenienza, da conversazione salottiera e che anestetizzano la donna, spersonalizzandola. E poi dov'è finita la cavalleria dico io? Anche solo per educazione è bene che una donna stia davanti no? Ad ogni modo Mila è nata perché sentivo che un personaggio del genere non c'era e come lettore volevo leggere le avventure di un personaggio così. Non so se poi sono riuscito nel mio intento. Vero è che Mila è prima vittima poi carnefice, è una macchina da guerra ma al contempo rivela una sua fragilità, diventa una cacciatrice di taglie perché non ha una vera alternativa, non con l'educazione ricevuta e con il codice marziale in nome del quale vive. C'è molta sofferenza in lei, anche se credo abbia una sua simpatia, e molto ancora dovrà soffrire. Non è stato facile per me costruire un personaggio femminile, provare - e sottolineo provare - a renderne la complessità, i rancori, le paure, la violenza. Per questo ho tentato, nella parte del diario, raccontato in prima persona, a farle sputar fuori la rabbia. Nel diario Mila cerca una redenzione che non troverà mai. Il suo è un destino segnato, una vita che si spenderà in una vendetta senza fine.

Nel tuo libro descrivi con dovizia di particolari la mafia del Triveneto e quella cinese. Ci sono anche delle digressioni che lasciano trasparire una certa documentazione. Quanto hai studiato per La ballata di Mila?

Mi sono documentato con saggi, inchieste, colloqui, articoli, monografie. Il libro si apre con un esergo tratto da una dichiarazione resa dal procuratore aggiunto veneziano Carlo Mastelloni a Il Mattino di Padova e la mafia cinese in Veneto è un problema talmente serio che non più tardi di un paio di mesi fa, a Padova, un'intera cosca cinese è stata smantellata. Aveva una cinquantina di esercizi commerciali affiliati. Quindi c'è molto di reale nel romanzo e del resto "La ballata di Mila" debutta per la collezione Sabot/Age, la nuova collana a numerus clausus di E/O caratterizzata dal contenuto invece che dal genere. Quindi pulp, noir, commedia, avventura, horror saranno piegati al concetto di raccontare il non detto, il silenzio interessato delle intelligenze di potere, dei traffici clandestini, delle nuove forme di criminalità organizzata di cui nessuno parla, delle diversità scomode. La collezione raccoglierà romanzi che tenteranno di rompere la cortina che avvolge le storie inquietanti del nostro Paese, piazzerà un sabot - uno zoccolo - negli ingranaggi precisi e implacabili del silenzio programmato.

Un amante dei fumetti come me si è ritrovato molto in alcuni passaggi assolutamente mirabolanti, in alcune evoluzioni di Mila. Che legame hai con i fumetti?

Un legame fortissimo. Al punto che sto lavorando alla graphic novel. Alessandro Vitti, star italiana del fumetto internazionale (Marvel e Bonelli) si è innamorato del personaggio di Mila - per mia fortuna - e mi ha dato l'ok per realizzarne la versione a fumetti insieme a me. Il personaggio ha debuttato con una pin up esclusiva realizzata per "Il Venerdì di Repubblica" sulla stampa nazionale, bissata quasi contemporaneamente con un'altra pin up realizzata sempre da Alessandro per "Vogue, L'uomo". Al Festival Sugarpulp abbiamo introdotto il personaggio e la copertina ufficiale del fumetto verrà presentata la settimana prossima allo stand Lateral Studio a Lucca Comics & Games 2011. Il fumetto uscirà per Lateral Studio, il nuovo progetto editoriale di Alessandro Vitti ed Elia Bonetti e verrà poi venduto ad alcuni grandi editori all'estero... non posso dire altro per il momento. Fra i miei autori preferiti di fumetti e assolute fonti di ispirazione cito in ordine sparso Garth Ennis, Warren Ellis, Frank Miller, Alan Moore, Victor Gischler, Brian Michael Bendis, Brian Azzarello, Jason Aaron.

Oltre a essere uno scrittore sei anche uno di quelli che vive l'altro lato della letteratura, quello delle case editrici. Come giudichi il sovraffollamento del mercato e l'egemonia dei grandi distributori? Quale speranza c'è per un emergente?

Credo che un emergente debba armarsi di grinta, determinazione e voglia di arrivare. Conta molto la tua capacità di comprendere il mercato. Va detto che io ho dalla mia parte tre grandi fortune. Uno spirito-guida come Massimo Carlotto che è non solo ispirazione e punto di riferimento costante ma anche maestro con cui ho la fortuna di confrontarmi quasi quotidianamente; una direttrice di collana come Colomba Rossi che ha creduto da subito nel personaggio con grande coraggio ed entusiasmo e un editore forte come E/O che ha un'ottima distribuzione/promozione nazionale e una struttura perfettamente efficiente ed efficace. Elementi questi che fanno la differenza. Ma poi c'è anche il mio grande impegno, il presentare il romanzo ovunque, ho un tour lunghissimo davanti a me e una gran voglia di fare, non mi tiro mai indietro e ci mancherebbe dico io! In questo senso l'esperienza con Meridiano Zero come responsabile dell'ufficio stampa è stata fondamentale e altrettanto si sta rivelando quella di nuovo direttore del marchio editoriale che Edizioni BD lancerà a gennaio 2012 con la promo/distribuzione di Messaggerie. Parlo di Revolver www.revolverlibri.it la nuova frontiera del noir contaminato. Pubblicheremo grandi autori americani, scozzesi, inglesi che prendono il noir e lo meticciano con il pulp, la commedia, l'horror, il gore, il supernatural, insomma una zuppa narrativa fantastica che mescola fumetto, videogame, grande letteratura e cinema: libri che si bevono come milk-shake e si vedono come film. Fra poco il sito sarà attivo e invito fin d'ora tutti a partecipare con contributi, articoli, discussioni, suggerimenti, vogliamo fondare una comune hippy di lettori pronta a far quadrato in nome della buona narrativa di ultragenere. Vi aspettiamo! Ecco questo è secondo me un buon modo di affrontare il mercato: condividendo il progetto con i lettori, facendoli divenire "azionisti" della casa editrice, interrogandoli per decidere insieme un titolo, una copertina, condividere passioni e idee, invitare gli autori in Italia per tour promozionali.

Ci parli di Sugarpulp?

Sugarpulp è il pulp della barbabietola da zucchero, il movimento letterario che ho ideato e fondato con Matteo Righetto nel 2009 e che è diventato un interlocutore credibile a livello nazionale per tutto quello che riguarda pulp, noir, thriller, action ecc. Recentemente Sugarpulp è diventato anche un vero e proprio genere letterario grazie a romanzi come "Bacchiglione Blues" (Matteo Righetto), "Il Profumo di Emma" (Thomas Tono) e il mio "La ballata di Mila". Autori come Joe R. Lansdale, Massimo Carlotto, Jeffery Deaver, Victor Gischler, Tim Willocks, sono venuti al Festival Sugarpulp a Padova a sancire con la loro presenza la nascita di questo nuovo genere narrativo che mescola la lezione proprio di maestri come loro - taglio cinematografico, ritmo serrato, sequenze d'azione a go go, dialoghi fluidi e carichi di humour nero - alla grande iconografia del territorio che nel nostro caso è quello del Nordest: con le sue lagune, il suo Altopiano dei Sette Comuni, la sua Bassa, il Delta del Po, gli zuccherifici, gli sfaciacarrozze persi nei campi, gli ippodromi, le partite di hockey su ghiaccio.

Il noir è un genere particolarmente di moda in questo periodo. Tu ci sei dentro fino al collo. Come vedi la cosa?

In realtà in Italia si spaccia per noir ciò che noir non è. Si dice che è noir il giallo o il thriller o l'hard boiled. Insomma bisognerebbe far chiarezza. Il mio romanzo ad esempio ha alcuni elementi noir ma è fondamentalmente uno sugarpulp. Il noir non è consolatorio, è caratterizzato da un destino già scritto, un'ineluttabilità assoluta, un'atmosfera plumbea, un punto di vista che solitamente è quello del criminale. Perciò in Italia il vero noir non è di moda, è di moda invece ciò che si spaccia per noir, tipo i romanzi con i serial killer che al massimo potrebbero essere dei thriller o dei polizieschi o degli hard boiled particolarmente cruenti, in verità c'è grande disinformazione e noir è diventata un'etichetta con cui verniciare il romanzo appena uscito per venderlo meglio. Ma in fin dei conti se la formula funziona chi sono io per dire che non va bene? Nessuno! Solo che il noir, quello vero, in Italia non è poi così popolare.