Suoni ancestrali è una favola bella, politica, poetica, epica e misteriosa. Perrine Tripier spazia tra finzione, ucronia simbolica e fantascienza, inventando un impero immaginario. Il romanzo è ambientato in una città moderna, battuta dal vento, in riva ad un mare del nord. Sarà per l’architettura stravagante e il modo di condurre la vita dei cittadini, ma si ha la percezione di una felicità esagerata, che cela altro. Il personaggio principale è la quarantenne Martabea Gaeldish, affermata storica dell’università imperiale. L’occasione d’oro le arriva quando l’imperatore la nomina a capo del cantiere di scavo archeologico sulla spiaggia per trovare le antiche vestigia dell’antico popolo dei Morgondi, vissuto nell’anno Mille. Erano meravigliosi guerrieri ed esperti marinai, la cui esistenza era nota solo attraverso rari scritti, miti e filastrocche tramandate di generazione in generazione. L’imperatore chiede a Martabea di ritrovarli e contribuire alla stesura del romanzo nazionale che legittimerà il suo potere assoluto. La donna è rapita da questa missione e dai privilegi che le porta: lusso, ville, vestiti. Ma via via che lo scavo va avanti e i reperti vengono fuori, portano alla luce un aspetto crudele degli uomini Morgondi. Subentra quindi in lei la consapevolezza che è difficile tener fede a quanto chiede l’imperatore, si muove lungo un confine scivoloso che separa la verità dalla propaganda, i fatti dalle fandonie strumentali. Cosa sarà disposta a sacrificare? Un dilemma morale la turba. Scegliere la gloria o la verità? Lo spunto per la scrittura del romanzo è arrivato all’autrice da un corso di latino fatto durante i suoi studi. Infatti, scopre che Giulio Cesare si reputava discendente di Venere e ha usato questa divinità per legittimare il suo potere. Lo ha trovato un po’ folle, ma questa modalità è stata usata molte volte nella storia nei periodi del nazionalismo. La storia può essere manipolata dalla politica e ne può essere deviata. Con la caricaturale figura dell’imperatore, megalomane ed autoritario, l’autrice denuncia le derive del mondo contemporaneo. La conchiglia presente nel romanzo e sulla copertina è uno dei più antichi strumenti al mondo, con un suono dissonante e poco gradevole che serve ai Morgondi per comunicare. La sua simmetria simboleggia l’animo umano, la sua forma a spirale può essere culla e tomba, dove si annidano e si nascondono i granelli di sabbia e molto altro.