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Inganni, sesso crimini: Nessuno da solo

Autore: Mezzena Lona
Testata: Il Piccolo
Data: 5 novembre 2011

Sensi incantati che trascinano un’irreprensibile deputata londinese, conservatrice e decisamente poco incline a lasciarsi andare, in un bel pasticcio. Uno scandalo sessuale attorno a cui Veit Heinichen fa ruotare la storia del suo nuovo libro, “Nessuno da solo”, che Silvia Montis ha tradotto dal tedesco per le Edizioni e/o. È il settimo romanzo dello scrittore tedesco che abita da anni in una casa sulla Costiera triestina.

Ci fosse la nebbia, sarebbe un gioco da ragazzi. Se poi Trieste potesse vantare i quartieri malfamati di Parigi, le zone buie di Londra, o anche solo l'intrico di calli e campielli di Venezia, allora sì che diventerebbe la città ideale per gli scrittori di noir. Invece, agli occhi di chi la guarda con superficiale leggerezza, può sembrare il posto più solare del mondo. Dove bere e mangiare, distendersi al sole prima di concedersi un bel bagno di mare. E magari regalarsi anche qualche fugace scappatella. Ascoltando i sensi, non la ragione. I sensi incantati, appunto. Che trascinano un'irreprensibile deputata londinese, conservatrice e decisamente poco incline a lasciarsi andare, in un bel pasticcio. Uno scandalo sessuale attorno a cui Veit Heinichen fa ruotare la storia del suo nuovo libro, "Nessuno da solo" (pagg. 373, euro 18,50), che Silvia Montis ha tradotto dal tedesco per le Edizioni e/o. Il settimo romanzo, per l'esattezza, in cui lo scrittore tedesco della Foresta Nera, che abita ormai da molti anni in una bella casa sulla Costiera triestina, svela il volto tenebroso che si cela dietro l'accattivante maschera che la città indossa per depistare chi preferisce non sapere,non capire. Jeanette McGyver si è lasciata travolgere da un rendez vous erotico a Grado. Con un ragazzone di bella presenza che però, guarda caso, non ha perso l'occasione di far scattare delle foto molto"hard"mentre l'inflessibile deputata si concedeva alle sue fantasie. Per non farsi rovinare la carriera politica, questa controfigura in miniatura di Margaret Thatcher, questa lady di ferro dal cuore troppo tenero, deve passare al contrattacco. Coinvolge una sua amica giornalista, Miriam Natisone, di origine etiope con non meglio precisate ascendenze friulane, e la spedisce a Trieste per provare a mettere ordine in quel ginepraio. Se qualcuno, infatti, la vuole ricattare, minaccia di rendere pubbliche le bollenti immagini, lei deve essere pronta a togliergli la voglia. A minacciare di rovinarlo. Ma non è l'unico tradimento che si consuma nel romanzo di Heinichen. Perché, in realtà, "Nessuno da solo" è tutto un gioco di chi inganna chi. Proteo Laurenti, l'eroico commissario che accompagna i lettori fin dai tempi dei "Morti del Carso", vive una passionale e travagliata storia d'amore con la sua dottoressa di base, Gemma. E la moglie del piedipiatti, che finora aveva accettato ignara il suo ruolo di donna tradita, questa volta mette in campo una bella tresca con un bellimbusto esperto di quadri. Che prova a rifilarle, tra un corteggiamento e l'altro, un finto dipinto della grande Leonor Fini. Dal titolo, però, improbabilissimo: "La mare dei mona", che rimanda a un vecchio, sboccato ma profetico adagio triestino. Heinichen, lo sappiamo, non si diverte se non complica all'infinito la trama dei suoi libri. E allora ecco entrare in campo un faccendiere del caffè, Lele Roccaro, che in qualche maniera muove i fili del ricatto alla deputata inglese tramite i suoi due veri o presunti figli.E proprio questo ometto dalle simpatie berlusconiane si trova al centro di un traffico illegale di preziosissimi cicchi neri, che vengono trafugati e rivenduti per la preparazione di prelibati, costosissimi caffè di gran qualità. Infine, a rendere il tutto più complesso e misterioso, c'è l'omicidio di un cinematografaro tedesco sbarcato a Trieste per seguire le riprese di una fiction tivù dal cuore noir, ma non troppo. Ovviamente, a officiare la sua morte, compare una donna dal fascino prorompente. Che, in seguito, si rivelerà un bel maschietto dal sesso ormai non più certo. Insomma, come sempre Heinichen trascina il lettore dentro una ragnatela di storie, dove chi tira i fili resta nell'ombra. Perché dietro ogni sorriso c'è un'ombra. Tra "consigli per gli acquisti" delle squisitezze che si possono mangiare e bere in città e pigre indagini, lo scrittore si lascia tentare dalla voglia di trasformare il romanzo in una finestra spalancata sulle miserie d'Italia. Su storie di cui sono già pieni i giornali. Ma le parti più belle sono quelle in cui il racconto accelera la velocità. E s'insinua, senza arzigogoli e ammaestramenti al lettore poco engagé, dentro l'anima buia di Trieste.