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L'amica geniale, Elena Ferrante

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: SoloLibri.net
Data: 16 novembre 2011

Quanti spunti, quante sollecitazioni, quante riflessioni propone questo nuovo ricco romanzo della sempre più sconosciuta e misteriosa persona che si fa chiamare Elena Ferrante ("L’amore molesto", "I giorni dell’abbandono"). Nel suo “L’amica geniale” (E/O, 2011) la scrittrice dà il proprio "falso" nome anche all’io narrante e coprotagonista della storia: Elena Greco. Si parte dal prologo, dove conosciamo le due amiche al centro della narrazione: Raffaella detta Lila e Elena. A Torino, dove abita Elena, arriva una telefonata da Napoli del figlio di Lila che chiede alla donna se sua madre sia da lei: la sessantaseienne è scomparsa da due settimane, senza lasciare alcuna traccia dietro di sé. Elena sa che Lila si è davvero volatilizzata, cancellando le orme che possano ricondurre a lei, la conosce troppo bene e da sempre, decide quindi di raccontare la loro storia, a partire dall’infanzia in un quartiere periferico napoletano, molto povero, nei primi anni cinquanta.

Per aiutare i lettori a seguire le lunghe e complicate vicende in cui a storia si srotola nel corso degli anni, fino ai sedici delle due amiche, l’autrice antepone un indice dei personaggi, come si fa nelle commedie….Sappiamo così seguire le vicende delle diverse famiglie che compongono il microcosmo in cui si ambientano e si diramano le tante storie, intrecciate da odi, rivalità, vendette, passioni, amori, rancori. Ma al centro di tutto resta il bellissimo personaggio di Lila, una bambina magra e poverissima, figlia dello scarparo Fernando e della grassa e strabica Nunzia, che in un mondo di analfabeti a tre anni sa già leggere e scrivere: per tutte le elementari sarà la più brava ma anche la più cattiva e dispettosa della classe, elogiata dalla maestra Oliverio, invidiata soprattutto dall’amica del cuore Elena, che vede nei suoi risultati una qualità irraggiungibile. Le due amiche vivranno insieme infanzia e adolescenza, momenti di vicinanza e di separazione, attimi di rivalità e di incomprensione, ma legate da un amore che può nascere solo dalla stima e dalla ammirazione che negli anni della formazione sono fondamentali per la crescita di ogni persona.

Nel lungo romanzo l’autrice approfondisce la psicologia delle due ragazze, ne indaga le pulsioni più intime, ne racconta con una grazia straordinaria la scoperta della vita fisiologica, erotica, politica, morale: seguiamo con Elena la scoperta dell’amore, dell’interesse per la storia passata, della politica, della lettura, dello studio, della scrittura che diventano per la giovane donna valori centrali di riferimento, mentre l’amica geniale abbandona gli studi e la formazione culturale per dedicarsi prima alla creazione di scarpe artigianali di gran pregio, sfidando la miseria e la diffidenza della famiglia, e poi alla scelta di un matrimonio precoce e insolito, che la metterà, ancora giovanissima, nelle mani di una famiglia di salumieri avidi e ignoranti. Troppi gli episodi e i personaggi che nella narrazione offrono il destro ad analisi sulla visione di un mondo in rapido cambiamento che la scrittrice vuole raccontarci: la Napoli miserabile del primo dopoguerra, quella delle commedie di Eduardo, diviene presto la Napoli degli ignoranti arricchiti, dei pescecani, dei piccoli ed arroganti teppistelli di periferia negli anni più floridi del laurismo. Non sembra riuscire il tentativo di Elena, bravissima studentessa di un pur scalcagnato liceo classico, di uscire da quel mondo, occasione offertagli dal compagno ammirato ed amato, Nino.

La fantasmatica Elena Ferrante ci promette il seguito del suo romanzo. La seconda puntata è in arrivo? Così promettono gli editori, come nella tradizione del feuilleton ottocentesco. E noi lo aspettiamo con curiosità e con interesse, perché la qualità e l’intensità della scrittura non deludono.