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Settanta acrilico trenta lana libro dell'anno

Autore: A.GA.
Testata: Ecorisveglio
Data: 16 marzo 2011

Potente, sensuale, malinconico. E' racchiuso in tre parole Settanta acrilico trenta lana, l'esordio per la e/o della 23enne Viola Di Grado (foto). Eco l'ha intervistata.

Finalmente una trama originale: come t'è venuta in mente?
E' nata da un'idea linguistica: sprofondare una storia in un buco senza parole e usare le parole come fossero prese da lì, come se partissero da zero e le dovessi risignificare. E nella seconda parte del libro, quando Camelia guarisce dall'anoressia verbale imparando il cinese, le parole al contrario traboccano improvvisamente di significati in eccesso: il cinese, con la sua caratteristica di avere un significato per ogni segno (al contrario che nelle lingue alfabetiche), investe ogni cosa con profusioni folli di sensi. E' il trionfo bulimico del segno ideografico, nella sua intimità con il mondo.

Che significato ha abitare a Londra...
Allontanarsi dal posto e dalle cose a cui si appartiene è importante per vederle dall'angolazione giusta. E nel mio caso per angolazione giusta intendo una giusta distorsione: credo nella deformazione, non nella sincerità narrativa.

Che vita vive Viola Di Grado?
Senza troppe abitudini, e senza troppo riposo. Malinconia, sensualità e ironia si fondono nelle 192 pagine, quanto sono importanti nella tua vita? 192 volte importanti. Quanto ti sei messa a nudo con Settanta acrilico trenta lana? 0,1%.

Cosa ascolti? Cosa vedi? Cosa leggi?
Ascolto Bjork, PJ Harvey, insomma musica sperimentale. Guardo soprattutto cinema giapponese classico, leggo linguistica e diari di dame giapponesi dell'anno mille