Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

F. Bartolomei, Giulia 1300 e altri miracoli

Autore: Edyth Cristofaro
Testata: MarteLive
Data: 9 febbraio 2011

Diego, quarantenne in crisi, traumatizzato dalla morte del padre, con un lavoro che non lo soddisfa, una donna di cui è stufo e un’innata propensione alle balle, un giorno si imbatte in un’inserzione immobiliare di un “casale ristrutturato, tre livelli, due ettari di terra, splendidamente immerso nella campagna” e decide di andarlo a vedere, per scovare l’inganno. Qui si ritrova faccia a faccia con due tizi, che con lui hanno in comune solo la mediocrità: Fausto, “palestrato, occhiali da sole avvolgenti e un po’ cafone” e Claudio, “magrolino, pelato a chiazze e vestito dalla mamma” con i quali intraprenderà l’esperienza più improbabile che gli sia mai capitata: aprire un agriturismo, complice anche la necessità di un piano B che gli svolti l’esistenza.
Accade anche che, a far evitare il fallimento immediato dell’impresa, sia l’intervento di un comunista nostalgico, Sergio, che ci mette del suo nella ristrutturazione dell’immobile, e che la banale fuga in campagna si trasforma in un atto di resistenza, quando nell’agriturismo si presenta un camorrista di bassa lega per chiedere il pizzo, tale Vito, che arriva a bordo della sua Giulia 1300 da cui proviene un brano di musica classica. Questo arrivo inaspettato genera una risposta imprevedibile, soprattutto da parte dei quattro guerrieri da riunione di condominio, e una serie di eventi a catena che si succedono tra comiche quanto (im)probabili reazioni. Diego e i suoi amici diventano involontari artefici di un bizzarro miracolo mentre l’agriturismo, con l’arrivo di tre immigrati ghanesi (primo fra tutti Abu che lavora nei campi circostanti) e di una giovane cuoca punk, Elisa, si trasforma giorno dopo giorno in una sorta di avamposto multietnico, anarchico e partigiano, in cui la lotta non è più per la sopravvivenza della specie, ma per quella di un sogno (e dell’affrancamento da sé).

Giulia 1300 e altri miracoli, da febbraio nelle librerie italiane, è un libro divertente, che, pure, racconta omaggiando la multiculturalità e la libertà, ma lo fa senza nascondere i difetti dell’Italia, che l’autore mette a nudo con fantasia intelligente e ironia demistificatrice. Bartolomei ci offre uno spaccato possibile, che vive di un coraggio quasi ideale: quello di dire basta ai soprusi, alla violenza, e in cui è possibile cambiare se stessi con un formidabile atto di volontà che a volte sembra quasi dettata involontariamente dagli eventi.
Non un attimo di cedimento, un momento di debolezza e un calo di tono accompagnano la lettura di questo libro che diverte, fa riflettere e lascia anche sperare che, in fondo, ancora tutto è possibile.
Ci piace pensare che ci sia molto nella storia, o quantomeno se non tutto, che ci sia qualcosa di possibile. E’ affascinante scoprire nel corso della lettura che una persona senza mezzi decide di mettersi in gioco e affrontare sfide che appaiono fuori portata, solo per cercare una svolta significativa ad una vita piatta. L’apertura dell’agriturismo è quindi solo un pretesto, un piccolo passo che porterà ad un’avventura terribile e meravigliosa di piccoli eroi popolari. I reclusi nella Taverna (i camorristi venuti a chiedere il pizzo) sono solo un pericolo da disinnescare e per farlo i protagonisti usano gli strumenti che per anni hanno disinnescato anche la loro esistenza: l’utopia del Gratta&Vinci, l’annichilimento della tv e la droga del sesso, che diventano così strumenti di salvezza per un’utopia diversa, “buona”, reale, per la quale si combatte e in cui, il “miracolo della Giulia 1300” diviene elemento imprescindibile.
A leggere questo romanzo si pensa che, ancora, tutto è possibile, basta volerlo, e che combattere per i propri ideali, per i propri sogni è un processo salvifico, almeno quanto l’amore.
Un racconto di sogni ed ideali non sopiti, quindi, fatto con coerenza, eleganza, la giusta dose di ironia e humour e una innata capacità alla scrittura scorrevole, facilmente leggibile e mai banale (proprio come il plot del racconto).
Bartolomei supera la sua prima prova narrativa a pieni voti, sorprendendo anche, perché non dà mai nulla per scontato e guida il lettore nel suo mondo dei miracoli all’italiana prendendolo per mano, istruendolo con dovizia sugli accadimenti, e avendo cura di farlo senza mai diventare pedante o noioso. Così si rischia solo di ridere da pazzi…