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La figlia di De Laurentiis: ecco il libro che Dino non voleva

Testata: Ansa
Data: 26 ottobre 2006

ROMA - Un cognome importante, De Laurentiis, due genitori come Silvana Mangano e Dino De Laurentiis, un mondo dorato solo in superficie e una vita che per più di 40 anni è stata un susseguirsi di piccole grandi enormi tragedie personali e familiari che una sola sarebbe bastata e avanzata. Oggi Veronica De Laurentiis, 56 anni, insieme all'inflessione romana venata di americano non ha perso il sorriso, anzi lo ha ritrovato dopo 14 anni di terapie. 'Rivoglio la mia vita' si intitola la sua autobiografia (scritta con Anne M. Strick, pubblicata da Edizioni e/o) appena uscita in Italia e che suo padre Dino non voleva scrivesse "perché i panni sporchi si lavano in famiglia".

Capelli lunghi, occhi inevitabilmente segnati, un sorriso splendente, Veronica De Laurentiis parla a bassa voce della ragazza introversa che è stata, della giovane che un uomo più grande violentò a 18 anni, della figlia che non ha mai avuto l'approvazione che cercava dalla madre sempre fredda, distante, depressa, della moglie sottomessa e picchiata, della madre di una figlia che per anni ha subito gli abusi sessuali del padre. Veronica crede ancora nella famiglia? "Sì, è la cosa più importante della vita, continuo a crederci e ora che mi sono salvata ho voluto scrivere questo libro che parla di tragedie ma anche di come affrontarle. E' stato un insegnamento di mio padre: se cadi ti devi rialzare, mai arrendersi. E io sono qui a testimoniare ad altre donne che tutte abbiamo una seconda chance".

Ad aiutarla a divorziare dall'uomo che la teneva in scacco, condannato a 14 anni, espulso dagli Stati Uniti, è stata un'organizzazione che aiuta, difende, protegge le vittime di abusi sessuali (la Rainn) che nel centro Stuart House di Santa Monica l'ha riportata alla vita. E' felice oggi? "14 anni fa, dopo che ero in qualche modo guarita, pensando di essere contenta di stare da sola, senza bisogno di qualcuno che mi dicesse brava, ho incontrato un angelo e l'ho sposato sentendomi finalmente amata", racconta la De Laurentiis che starà a Roma per un paio di settimane, ospite di un'amica, andrà stasera al Tg5, poi alle 'Invasioni barbariche' di Daria Bignardi su La7 e poi forse a 'Domenica in' a raccontare la sua storia. Riguardo al passato, che bilancio fa della sua infanzia? "Non accuso i miei genitori, loro hanno agito secondo l'educazione ricevuta, ma io sono cresciuta in una famiglia dove a parte la formalità e il conformismo delle azioni e delle parole non si potevano esprimere emozioni, bisogni. Sono cresciuta pensando di dover fare felice una madre che mi reputava una stupida, che sceglieva i vestiti e ogni cosa per me non ritenendomi all'altezza, con un padre che amo ancora oggi pazzamente ma che era capace solo di dirmi 'se sei intelligente fai come ti dico io'. Avevo paura di tutto e di tutti e mentre i miei fratelli Raffaella e Federico avevano la forza di ribellarsi a questa famiglia assurda, io e mia sorella Francesca, che fa la terapeuta familiare non a caso e che ha scritto la prefazione di questo libro, siamo state succubi per anni".

Poi le tante tragedie. La prima? "A 14 anni - racconta - ho salvato, con mio padre, mia madre che aveva tentato il suicidio e questo fatto mi ha segnato molto. Mia madre Silvana era sempre molto molto fredda anche con noi figli, triste, depressa, non ho mai avuto un colloquio vero con lei, ci trattava con distacco e oggi posso dire, pur senza prove, che forse anche lei aveva subito violenze perché ne mostrava tutti i segni psicologici, gli squilibri anche chimici. Mi sono sempre sentita responsabile per la sua felicità e vedendola così triste avevo un grande senso di angoscia". Come ha saputo dell'incesto? "Un anno dopo essere riuscita con uno stratagemma ad abbandonare il tetto coniugale con i figli, quando pensavo di essere non ancora felice ma almeno un po' serena, la telefonata di mia figlia primogenita Lucia in lacrime la notte di Capodanno mi ha lanciata nell'incubo più lacerante che una madre possa vivere. Le ho fatto mille domande sul perché singhiozzasse e alla fine anche quella più atroce e lei mi ha risposto sì. Così al telefono ho saputo che mio marito, suo padre, per anni aveva abusato di lei. Ora odiava anche me e io sono piombata in un'angoscia enorme".

Non aveva visto o non aveva voluto vedere? "In tutta onestà posso dire che non avevo visto perché avevo imparato per una vita a non vedere per non soffrire. Ero forse anche troppo concentrata sulle violenze che io stessa subivo". Si è mai sentita complice? "Mai, però immensamente in colpa perché non ero stata una buona madre. Ora sono orgogliosa dei miei figli. La relazione con Lucia, dopo aver perso fiducia e rispetto, si sta recuperando, ma è un work in progress. Lei ha 36 anni ed una vita finalmente felice". Nel libro, tra le tante pagine, colpisce che sua sorella Raffaella conservi in cucina la foto del suo ex marito violento, perché? "Adesso per fortuna l'ha tolta. Raffaella è una testa dura, non vuole vedere certe cose". 'Rivoglio la mia vita' uscirà anche in America? "Non so, lo spero. Se anche una sola donna leggendolo trovasse la forza di reagire, quella che io ho trovato dopo anni e anni, sarei felice di aver compiuto una missione ed è per questo che anche contro mio padre Dino e la mia famiglia ho scritto questo libro".