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I vicoli di Marsiglia malinconici e noir

Autore: Pino Corrias
Testata: La Repubblica - Almanacco
Data: 28 ottobre 2006

Il grande Jean Claude Izzo diceva di considerarsi un vero marsigliese: "Cioè a dire in parte italiano, in parte spagnolo e in parte il resto del mondo". Prima di andarsene malamentee, a 55 anni, ci ha lasciato tre notevoli romanzi noir (Casino Totale, Chourmo, Solea), una raccolta di racconti (Vivere stanca), più una coda di dettagli che ci riempiono di nostalgia. Tra i dettagli c'è la sua scrittura serrata, il nero dei vicoli, le malinconie, la sua insofferenza per i razzisti e per il veleno di Le Pen. Ci sono un paio di tramonti sul Vieux port, le citazioni da Rimbaud a Camus, alcune ricette per le acciughe, la luce opalesceente del Pastis con ghiaccio, le sue idee originali sul poliziesco. E poi ancora: il profumo del Cassis, due note di Miles Davis, la solitudine che non passa mai, un'idea del Mediterraneo come luogo di intrecci, come sentimento da condividere.

Tutte tracce che ritroviamo in questa piccola raccolta di impressioni sulla vita, la cucina e la felicità possibile: Aglio, menta e basilico. Marsiglia, il noir e il Mediterraneo. Pagine sparse per raccontarci le sue passeggiate dentro la luce di Marsiglia e gli strapiombi di Manarola. La sua sintonia con il mare, che assomiglia sempre al destino: "Dal faro di Sainte-Marie non giro le spalle alla città, no. Mi ci appoggio, invece. E guardo il mare. Il largo." La sua predilezione per il mercato di strada: "Ovunque vado, in qualsiasi città del mondo, la prima cosa che faccio è andare al mercato", attraversare i suoi colori animati ("Tieni bello, assaggia questo.") e poi accettarli come un accesso e un viatico. Appunti. Compresi quelli sul suo personaggio più celebre, il filosofico Fabio Montale, ex poliziotto, solitario, gauchista: "Sì, come Montale sono pessimista. Il futuro è disperato. Ma non sono io a essere disperato è il mondo... Io dico che possiamo resistere, trasformare, migliorare, ma in ogni caso siamo in trappola". E' da quella trappola che Izzo ci ha sempre scritto. Per raccontarci di qualche innocente da difendere, un amore da ricordare, come fossero vie d'uscita da intraprendere.