Leggete Perdas de Fogu, ma non commettete l'errore di considerarlo solo un romanzo. Letteralmente "Pietre di fuoco", questa è la denomininazione italiana di un piccolo paese della Sardegna, dove il sole scalda fino ad infuocare le rocce che ne disegnano la morfologia. Perdas de Fogu è il luogo che riporta Massimo Carlotto al grande romanzo d'inchiesta dove personaggi inventati e un terreno reale danno vita ad un intreccio narrativo che per certi versi restituiscono al lettore un assaggio della realtà sarda. E' il 2008, una biologa indaga segretamente sulle malformazioni degli ovini nella zona del Salto di Quirra, dominata da una base militare interforce dove vi è il reale sospetto che vengano sperimentati armamenti all'uranio impoverito, la cui contaminazione del territorio sta facendo registrare tra bestiame e gente comune patologie simili a quelle contratte dai soldati impegnati nelle missioni in Kosovo e Somalia. Nina, la biologa, non sa che sulle sue orme si sono posti un ex disertore assoldato per farla fuori e un mondo politico legato al malaffare e agli interessi che certe cose non si vengano a sapere. Politica, contractor, disertori, strutture di sicurezza private e industrie belliche sono tutte contro la biologa e le sue inopportune verità. Quelli che Carlotto tenta di ricostruire ed intrecciare sono i tasselli di interessi privati che vanno tutti a discapito della verità e della salute pubblica. Questo romanzo noir costruito con l'apporto di Mama Sabot, un comitato di scrittori sardi (tra cui il noto Francesco Abate), vanno a dipingere un quadro che è tutt'altro che letterario e di fantasia, essendo la Sardegna interessata da strane patologie proprio nelle prossimità delle basi militari presenti nell'isola. Nella realtà come nel romanzo l'interesse è quello che la verità non venga a galla, nonostante le commissioni d'inchiesta parlamentare che da anni non giungono mai a risultati apprezzabili.