Torna lAlligatore di Carlotto,
col suo Nordest malandato e
le sue storie di gangster, mafia e
polizia corrotta. Lamore del bandito
(e/o, 190 pp., 15 euro) è il solito
libro politicamente scorretto dello
scrittore veneto, che tra una sparatoria
e uno spritz si prende la
licenza di mettere in bocca ai suoi
personaggi racconti e opinioni che
sui giornali e in televisione, o comunque
al di fuori della dimensione
franca della narrativa, non
potremmo trovare. Di tutto: le torbide
beghe che stanno o potrebbero
stare dietro allindipendenza
del Kosovo, le possibili e non
esattamente impeccabili abitudini
di certi poliziotti che hanno a che
fare col sequestro di stupefacenti,
gli sfizi di piccoli imprenditori che
si gingillano tra fabbrichetta, famiglia
e amanti di lusso.
LAlligatore, investigatore privato
con un passato da detenuto
politico che non sa tenere una pistola
in mano e non sopporta gli
spacciatori di droga, mancava nei
romanzi di Carlotto da qualche
anno, e questo è davvero un ritorno
in grande stile, pirotecnico e
sopra le righe. Il bandito del titolo
è il suo storico compare, il Vecchio
Rossini, gangster daltri tempi che
farebbe la guerra al mondo pur di
ritrovare la donna della sua vita, la
bella Sylvie rapita per vendicare
un antico torto da oscuri personaggi
legati in un modo o nellaltro ai
servizi segreti serbi, alla mafia kosovara
e a chissà quantaltra roba
ancora.
Il romanzo parte proprio
col sequestro di Sylvie: in quel momento
la nuova tranquillità conquistata
con fatica nella sua vecchia
e fosca Padova, dove gestisce
una bettola intrisa di calvados e
musica blues insieme allo stesso
Rossini e allaltro vecchio amico
Max la Memoria, diventerà per
lAlligatore solo un doloroso ricordo.
Ora ci saranno minacce e ricatti,
pedinamenti e rapine, amori
spezzati e morti ammazzati, e concitate
peregrinazioni tra Francia,
Svizzera, Libano e Serbia. Ma il
grande protagonista di questa storia,
ancor più del sentimentale e
meditabondo Alligatore, è il Nordest,
infestato da malavitosi dogni
genere e da scalmanate ronde leghiste,
terra arricchitasi in fretta e
incapace di fare i conti con le regole
e la globalizzazione.
Con
Lamore del bandito Massimo Carlotto
non fa altro che aggiungere
un nuovo capitolo al grande racconto
dei mali di questa terra, di
quella che più di ogni altra rimane
la sua terra, nel quale è impegnato,
efficacemente, ormai da tempo.