Con il suo nuovo romanzo L'amore del bandito (Edizioni e/o, 208 pagg., 15 euro), Massimo Carlotto prosegue la sua impietosa analisi sul nostro Nordest già presente in altri suoi libri. E lo fa attraverso una nuova avventura del suo più celebre personaggio, Marco Buratti, alias l'Alligatore, detective senza licenza.
In questa sesta "puntata" della serie, a cui vanno aggiunti due racconti e un fumetto, l'Alligatore ha sempre al suo fianco i suoi fedeli amici, Max la Memoria e Beniamino Rossini. Vengono però infrante le aspettative di chi vorrebbe i personaggi seriali sempre uguali a se stessi. «I tre sono invecchiati e profondamente cambiati» ha precisato Carlotto nel corso della presentazione del libro alla libreria Librarsi di Vicenza (un altro incontro con lo scrittore è in programma a cura di Guanxinet stasera a Recoaro, sala riunioni Coop, ore 20.30). «Vivono una fase di transizione. Inoltre, non sono più loro il motore della storia ma questa volta la subiscono, sbagliano, sono disorientati. Essi incarnano bene il nostro disorientamento rispetto a quello che sta succedendo intorno a noi».
La narrazione, che si estende dal 2004 al 2009, prende le mosse da un fatto veramente accaduto, ovvero il furto di una grande quantità di sostanze stupefacenti dall'Istituto di Medicina legale dell'Università di Padova. Questo episodio consente a Carlotto di ricostruire l'inquietante mappa delle infiltrazioni mafiose nel Nordest, provenienti soprattutto dall'Europa dell'est. Secondo lo scrittore padovano, queste sono state rese possibili sia dalla caduta del muro di Berlino e della cortina di ferro, che ha portato il nostro territorio a trasformarsi in una porta di confine, sia dalla struttura economica del Nordest, particolarmente adatta al riciclaggio di denaro. La nostra area è quindi diventata un laboratorio criminale dominato da organizzazioni mafiose straniere. «La strada fra Trieste e Padova - ha precisato Carlotto nel corso dell'incontro - è la strada d'Italia dove passa la maggior parte di merce illegale in entrata e in uscita. Tuttavia non si fa nulla per fermare una situazione del genere, perché da tempo è stato formato un cartello criminale che controlla il confine".
L'Alligatore e i suoi compagni si trovano a dover fare i conti con questa realtà mafiosa a causa del rapimento di Sylvie, la donna di Beniamino Rossini, bellissima ballerina di danza del ventre franco-algerina. Come sempre in Carlotto, l'intricata trama noir serve come strumento di indagine e di inchiesta, come pretesto per scuotere le coscienze. La sdegnata radiografia tracciata dallo scrittore padovano nel romanzo mostra un territorio sempre più corrotto e cementificato. Pagina dopo pagina, emerge il ritratto di un nordest pieno di contraddizioni, che chiede la testa dei clandestini ma che tollera i capitali mafiosi perché fanno girare gli affari, che vuole ordine e pulizia ma che dall'altra parte approfitta spudoratamente della situazione sfruttando i clandestini stessi.