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L'uomo d'argento

Autore: Florinda Fiamma
Testata: Il Mucchio
Data: 3 aprile 2012

Scrittore, copywriter, web artist, globetrotter. Claudio Morici dal suo primo libro, Matti slegati, ad oggi, ha fatto tanti lavori mentre pubblicava diversi romanzi. E ha anche viaggiato parecchio. Solo. Con il suo zainetto con cui vagabonda da anni. Evito l'elenco completo, che va dal Sud america alla Thailandia, passando per Chiang Mai, un posto sperduto da qualche parte in Cina. E in ciascun luogo trova una stanza tutta per sé, l'ennesima: guesthouse, bed&breakfast, ostelli, stanze in affitto, divani di amici. Ha anche iniziato a fotografare. Ma non le banali foto di vacanza, né tanto meno le pretenziose immagini da photoreporter della domenica che trovano negli scatti dell'iPhone l'immensità della propria capacità artistica. No, foto squallide con commenti esilaranti in cui vengono ritratti i letti sfatti che lo ospitano. C'è uno scopo al suo vagabondare? Forse, indirettamente, questo scopo è raccontato nel suo ultimo romanzo: L'uomo d'argento, in cui il protagonista vive in una città distopica, dove non bisogna lavorare, dove i soldi servono a poco perché basta scroccare, dove l'unico movente dei suoi cittadini debosciati è bere fino a sentirsi male, vomitare, fare sesso, raggiungere l'happy hour 5-birre-paghi-1 prima che scada e di nuovo bere, tutto da capo. Funambolico e scapestrato il ragazzo vive un amore claustrofobico per Jenny, una ragazza "appenarrivata" che, benché sia un'immigrata di seconda generazione in questo paese dei balocchi, quanto a ipocrisia e sfattanza si è perfettamente integrata e anzi gioca al rialzo.

Le nevrosi raccontate da Morici hanno a che fare con una crisi economica ma non solo. L'unica che sembra averla trascesa è un guru, pitturato d'argento dalla testa ai piedi, che da anni sta seduto su una panchina e non fa niente. Questo romanzo non si propone di giudicare ma di ritrarre, attraverso uno specchio deformante, le paure e le realtà che ci ossessionano. Il futuro sembra un incubo, ma vissuto col sorriso sulle labbra si può ancora affrontare.