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Dalle madri alle figlie la fatica di una donna ebrea in fuga dai recinti sociali

Autore: Maria Serena Palieri
Testata: L'Unità
Data: 7 luglio 2011

Tu non sei come le altre madri di Angelika Schrobsdorff è un libro che, una volta terminato, bisognerebbe ricominciare da capo. Perché quella che la scrittrice, nata a Friburgo nel 1927, qui ci racconta è la storia vera di sua madre Else Kirschner, nata in una famiglia ebrea berlinese di commercianti il 30 giugno 1893 e morta il 5 giugno 1949 dopo una vita spesa inseguendo la «normalità» cristiana e il fasto altoborghese,maanche trasgressioni erotiche, tre figli da tre uomini diversi, innumerevoli flirt e passioni. Siccome, però, Else - sposata Schwiefert, poi Schrobsdorff, poi fittiziamente, per espatriare all'Est dopo la Notte dei Cristalli, Lingorsky, nome bulgaro – ebbe salva la vita mavide cadere lamadrea Theresienstadt, in altri lager gran parte della famiglia, il figlio Peter ucciso sul fronte francese, e tutto il mondo di prima del nazismo e prima della guerra, la fase finale della sua vita fu quella in cui capì meglio se stessa. E si sottopose, nelle lettere che scriveva alle figlie, alle amichee agli exmariti, a una spietata auto-analisi. Uscendo proprio da quel vaglio migliore ai nostri occhi: Else, questa donna fisicamente così simile a Colette ecomeColette a suo agio in convivenze plurime, non era stata solo una falena ebbra. Né solo un'emula della Rossella di Via col vento. Era stata una donna dall'inquieto animo secondo-novecentesco, costretta a vivere in un mondo che voleva inchiodarla a un'enclave sociale, il mondo ebraico piccolo borghese: «Per la mia generazione una donna come me rappresentava qualcosa di insolito e sospetto. Non rientravo nei ranghi, per così dire, dovevo essere molto forte e farmi le mie leggi» scrive nel 1949 alla figlia maggiore Tina. Poi, proprio lei che si era avventurata fuori da quel mondo, era stata costretta dal nazismo a fare i conti col suo essere ebrea. Conti adulti, esistenziali, profondi. e/o pubblica questo libro a quasi vent'anni dalla sua uscita in Germania. Ci è capitato di leggere un'intervista con Claude Lanzmann, in cui il regista di Shoah, terzo marito di Angelika, si prende la paternità dell'opera, per aver convinto la moglie a mettervi mano. Maschilismo classico. Angelika Schrobsdorff ha in realtà raccolto il testimone dalla madre, perché è la stessa Else, in una delle sue lettere, a raccontare che l'amico Walter Slezak, l'attore di Hitchcock e Minnelli, le aveva chiesto a più riprese di scrivere «il romanzo » della sua vita. In più Angelika ci ha aggiunto il tormentoso impegno di una figlia nel ricostruire la figura di una madre fino ai 16 anni troppo amata, poi rifiutata. E un notevole coraggio nel pubblicare lettere materne che, di lei stessa, tracciano un ritratto impietoso. Tu non sei come le altre madri è un libro che proprio per questo decolla quando nella vita di Else Kirschner, dopo il primo romantico matrimonio con il cristiano Fritz e la nascita di Peter, dopo l'arrivo di Bettina figlia di una relazione extraconiugale con un uomo che diventerà un nazista, entra in scena Angelika, figlia dell'aristocratico Erich Schrobsdorff. È da qui che la materia del libro diventa calda. E ci regala uno spaccato fastoso della Germania tra la fine dell'Ottocento e il dopoguerra. Sono le ultime pagine a regalarci le immagini più rare: lì dove Else nelle sue lettere racconta certe follie dei tedeschi nello scenario apocalittico della sconfitta, come la dama impegnata a venerare la maschera funebre della sua oca. Ebrea che dopo la Shoah di nuovo si sente tale, Else annota raggelata quel sentimento che sente tutto intorno: «I tedeschi sono incorreggibili » scrive. «Non hanno perso la loro arroganza, non ammettono i propri errori, non hanno imparato nulla. Se sono sconvolti non è per quello che hanno fatto, ma per quello che adesso stanno facendo a loro».