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Alla fine di un giorno noioso

Autore: Alessandro De Nanni
Testata: Il Futurista
Data: 14 giugno 2011

C’è un qualcosa che il lettore contemporaneo sta perdendo ed è quello di fidarsi del titolo di un libro, del nome sconosciuto di un autore, dell “accenno “ alla storia che scrutiamo nelle alette di un qualsiasi testo . Poi davanti abbiamo un noir, per giunta italiano, il credito di fiducia si abbassa ulteriormente di livello. Eppure, di maestri italiani del genere ne abbiamo e di illustri, penne come Scerbanenco per citare un caposcuola. Ma Alla fine di un giorno noioso di Massimo Carlotto, vincitore del Premio Scerbanenco 2003 con Il maestro di nodi, merita attenzione. Carlotto è uno scrittore che ha ricevuto molti consensi all’estero. Emblematico a tal proposito il giudizio di Josh Bazell, autore di Vedi di non morire che disse: «Scrivere significa ricoprire il veleno per topi con il cioccolato: amo scrittori come Jim Thompson e James Ellroy esattamente per questo.

Ma l’autore che più di tutti riesce a essere privo di sentimentalismo è un italiano: Massimo Carlotto. Ѐ uno scrittore di noir al quadrato, di quelli che ti mettono alla prova. In America uno come lui non c’è. Neanch’io potrei leggere Carlotto tutto il tempo. Non ce la farei.». Scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi, il padovano Carlotto, dopo l’esordio con Il fuggiasco (romanzo autobiografico), ha intrapreso una produzione letteraria tanto che al suo nome ancora una volta è stato associato il termine “caso”. Con Alla fine di un giorno noioso dove ritorna in scena il personaggio di Giorgio Pellegrini (di Arrivederci amore,ciao), Carlotto ripropone una figura che tratteggia i confini di un Veneto drammatico e adrenalico in cui lui si tuffa con tutta la stoffa di vecchio terrorista criminale. Ne emerge una terra ricca di contraddizioni e lati oscuri. Un personaggio che ti lascia il segno, nei lettori, come in chiunque entra a contatto con le sue gesta. Alla fine di un giorno noioso è un affresco violento di una regione ricca di eventi. È un libro costruito bene, uno stile gelido, crudele, come giusto che sia per ogni noir che si rispetti; uno stile che ti rende perfettamente l’immagine dell’indole criminale del protagonista.