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Napoli è... una madre troppo disperata

Autore: Valentina Nuzzaci
Testata: La Gazzetta del Mezzogiorno
Data: 7 settembre 2012

Cosa è disposta a fare una donna quando il destino decide di metterla spalle al muro? Maria, donna attraente di 37 anni, è madre di tre figli e moglie di un operaio. Squarcio quasi banale di una quotidianità piuttosto convenzionale, essendo abbastanza riconoscibile la tipica ambientazione napoletana: quartieri popolari che incorniciano vite modeste, ma tutto sommato dignitose. Tutto sommato felici. In Vita segreta di Maria Capasso (E/O ed) Salvatore Piscicelli disegna magistralmente il ritratto di una donna forte, coraggiosa, cui «non gliene fotte un cazzo di quello che la gente potrebbe pensare di lei e delle cose che ha fatto». Perché Maria, proprio come lei stessa dice, non va cercando giustificazioni, o attenuanti: se ha agito in un certo modo, se vogliamo non eticamente edificante, l'ha fatto per salvare la sua famiglia dalla povertà e dalla disgrazia che sicuramente si sarebbero abbattute pesanti sulle sorti dei suoi consanguinei. Il marito si ammala e poco dopo muore. Lei è sola e ha tre bocche da sfamare. Decide, così, di giocarsi ogni carta possibile, costi quel che costi. Ogni madre lo farebbe, forse. Ogni napoletana disperata, forse. Così diventa l'amante di Gennaro, ricco proprietario di un autosalone, che un bel giorno le chiede di trasportare per lui un carico di droga da Napoli a una città della Svizzera. Maria, da donna di casa, a corriere della droga. Una scelta che ne partorirà altre simili, anche più pericolose ed e s t re m e. Non la ferma più nessuno; spietata come solo una donna disperata sa diventare. Questo è il suo riscatto sociale. La sua guerra personale. Anzi, la guerra di un'intera città come Napoli, costretta a legarsi al malaffare piuttosto che arrancare fra gli stenti. Maria è Napoli: bellissima e crudele. Ma non per passione, bensì per coercizione sociale. Una vittima di circostanze svantaggiate. Vita segreta di Maria Capasso è un libro originale che descrive con estrema lucidità la storia di una donna obbligata dalla vita a cambiare drasticamente. Un tratteggio fedele di una società malata come la nostra capace di deformare la percezione collettiva del male e del bene. Salvatore Piscicelli, critico cinematografico, sceneggiatore e regista, nasce in provincia di Napoli, ma vive e lavora a Roma. È, quindi, un conoscitore competente della realtà napoletana da lui poi adattata in un romanzo dal piglio schietto e dal ritmo incalzante. Perché la domanda che alla fine ci si pone nasce davvero spontanea: ma non è che in fondo siamo tutti un po' Maria Capasso ?