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Quella famiglia di Roma travolta dalla vergogna delle leggi razziali

Testata: Corriere del Trentino
Data: 17 ottobre 2012

Quando si parla delle leggi razziali si pensa all'infamia subita dagli ebrei italiani costretti all'umiliazione e alla persecuzione, e forse sfuggono il dolore e la disperazione di ogni singola storia vissuta da uomini e donne che hanno vista stravolta la loro esistenza. La storia dei Vivanti è una di queste. La storia di una famiglia composta dal padre Giacomo, commerciante a Roma, dalla madre e dalle duefiglie piccine. Ai ai tempi delle leggi razziali, appunto. Giacomo è costretto a cedere il proprio negozio a un commesso -prestanome perché gli ebrei non possono più avere attività economiche. Scoppia la guerra e i Vivanti possono nascondersi nella zona dei Castelli romani grazie a un amico prete. Tra la paura dei rastrellamenti e delle delazioni e le vivaci discussioni religiose tra il padre e il prete amico, la famiglia trascorre i primi anni di guerra fino al giorno in cui il capofamiglia va in città per una visita al negozio e non fa più ritorno. Qualcuno lo ha denunciato ed è stato deportato in un lager in cui troverà la morte. Moglie e figlie continuano la loro vita, tra dolore e paura, e la madre tiene per sé il segreto del tradimento di cui è stato vittima il marito. Nel dopoguerra, con il ritorno della vita normale, la madre, pur non riuscendo a farsi restituire il negozio, inventa una nuova attività che dà alla famiglia un po' di agio. Ma il destino le giocherà uno scherzo tremendo. Una delle due ragazze s'innamorerà del figlio del commesso che aveva tradito suo padre.Da una scrittrice amata dal grande pubblico una storia intrisa di memoria e partecipazione.