Negli anni del dopo Mao, mentre la Cina inizia ad aprirsi timidamente al mondo, la giovane Wei Wei, natia di una lontana provincia, viene scelta per studiare francese alluniversità.
Lei in verità avrebbe voluto diventare medico, del francese non le importava nulla. Ma al partito non si può dir di no, e la lingua di Molière deve farsela piacere per forza. La ragazza che leggeva il francese, scritto dalla protagonista molti anni dopo, narra la scoperta di una lingua e di una cultura lontane anni luce dal proprio mondo. Nonostante le resistenze iniziali, infatti, impara a far dialogare due mondi: quello del francese alfabetico e cartesiano, incarnazione stessa del rigore e del razionalismo e quello del cinese monosillabico e ideografico carico di simboli millenari, immagini sottili, graziosi arabeschi.
Leggendo di nascosto Baudelaire, Stendhal e Balzac, impara anche a resistere alla burocrazia, alla propaganda, al peso delle tradizioni. Non a caso oggi è una scrittrice di lingua francese e vive in Inghilterra: ottimo esempio di crossover linguisticoculturale nella nuova letteratura globale.