Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Troisi? Ha fatto il Miracolo

Autore: Chiara Papaccio
Testata: E Polis
Data: 6 giugno 2007

Una biografia? Per carità! Anzi. “Ma quando mai!”, come avrebbe detto il diretto interessato. Massimo Troisi non amava sentir parlare di sé, non è un mistero, così l’idea di un volume sulla sua vita, con aneddoti e episodi raccontati in maniera convenzionale, come accade ad altri personaggi, probabilmente l’avrebbe trovato in disaccordo. Profondo, ma pur sempre espresso con la dolcezza e l’atteggiamento scanzonato dell’attore di San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli. Chi lo conosceva bene sa tutto questo, e continua a tenerlo bene a mente a tredici anni dalla scomparsa del magnifico interprete.

Per ricordare con nostalgia e malinconia quel genio della comicità, la sceneggiatrice Anna Pavigano, torinese compagna di vita e di lavoro di Troisi, è ricorsa a un’invenzione tanto semplice quanto geniale: Massimo da persona diventa personaggio, mentre con tocco gentile Pavignano, ora autrice, lo racconta nel romanzo Da domani mi alzo tardi, edito da E/O, presentato ieri a Roma nell’ex chiesa di Santa Marta. Un romanzo, già: per ripercorrere in equilibrio fra ricordi veri e fantasia la vita dell’indimenticabile protagonista del Postino, Ricomincio da tre, Non ci resta che piangere e tanti altri film.

La trama stessa del volume è di una delicatezza che sarebbe stata perfettamente a poprio agio in una delle pellicole di Troisi: nel 1994, terminate le riprese del Postino e all’apice della carriera, Massimo Troisi scomparve, sì, ma finse la sua morte per ritirarsi in un misterioso luogo in campagna e ora, a distanza di anni di assenza, ha deciso di tornare.Tornando alla vita incontra due personaggi a lui vicinissimi: la stessa Pavignano e l’amico Gaetano Danieli, col quale fondò una casa di produzione cinematografica. E così comincia a organizzare il proprio ritorno sulle scene.

Fin qui la trama di un libro che emoziona non solo il pubblico “comune”, ma in maniera trasversale tutti coloro che per lavoro o affetto furono più vicini a Massimo: dai “compagni di Smorfia” Enzo De Caro e Lello Arena allo storico produttore Mauro Berardi, dal fan d’eccezione, il regista Alessandro D’Alatri, al giornalista Vincenzo Mollica, fino al ministro per i Beni e le Attività culturali Francesco Rutelli, che osserva, da ammiratore più che in veste istituzionale: “Ogni volta che appare sullo schermo, ancora oggi, è una rivelazione. Sembra sempre che sia in diretta, a inventare qualcosa di nuovo”.

Ed è così: nella sala cala il buio e il pubblico presente, amici e semplici affezionati, ridono come se fosse la prima volta alle scene più celebri del repertorio di Troisi, proiettate in uno speciale omaggio confezionato per l’evento. Ci sono sketch che ormai sono nella vita di tutti, battute ripetute così tante volte da essere diventate parte di una memoria collettiva. Rutelli aggiunge che “Questo libro ce lo restituisce vivo”, e anche dagli aneddoti raccontati da chi lo ha avuto vicino Massimo Troisi è ancora vicino a noi. Sarà un Miracolo o un miracolo? Se solo fosse qui per poterci rispondere. Ma forse c’è…