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Il noir mi permette di essere un osservatore attento della realtà e di descriverla attraverso una storia criminale

Autore: Bernard Strainchamps
Testata: Feedbooks
Data: 5 febbraio 2013

“Una pura felicità di un’immoralità assoluta”.

“Alla fine di un giorno noioso” è non solo il titolo, ma anche il leitmotiv del suo romanzo. Perché?

Perchè è il ritornello di una canzone degli anni Trenta, i cui diritti sono stati acquistati dalla Campari, noto liquore per aperitivi. Ed è proprio l’ora dell’aperitivo nelle piazze delle città del Nordest italiano uno dei “luoghi” del romanzo. Chiudono i teatri e i cinema ma aumentano i locali dove la gente si incontra per bere lo Spritz. Si potrebbe dire che i personaggi del romanzo sono tutti “tipi da Spritz” ( Campari o Aperol, Prosecco, una fettina d’arancia, qualcuno aggiunge un po’ di soda).

C’è molto Massimo Carlotto nell’orrendo orrendissimo Giorgio Pellegrini?

Non c’è nulla dell’autore. Ho conosciuto bene personaggi reali fotocopie di Pellegrini e li considero nemici, ne scrivo perché la gente li riconosca.

La scelta di una narrazione in prima persona è stata immediata o ha esitato prima di adottarla?

Anche Arrivederci amore, ciao, romanzo precedente in cui appare per la prima volta Giorgio Pellegrini è scritto in prima persona. La scelta nasce dal desiderio di togliere ogni distanza emotiva tra lettore e personaggio. Il mio obiettivo è quello di una lettura conflittuale. Molti alla fine odiano Pellegrini ma, incredibilmente, è uno dei personaggi più amati dalle lettrici. Il male genera sempre confusioni pericolose.

Sono sempre alcune grandi famiglie che in fin dei conti gestiscono i rapporti tra il mondo degli affari, il mondo politico e la mafia in Italia?

Sì, soprattutto nel Nordest. Oggi hanno un potere più forte nei paesi e meno nelle città ma a livello di banche, industrie e informazione sono loro a decidere. In Italia hanno una grande influenza elettorale giornali e televisioni locali.. Berlusconi ha imparato da loro.

Che significa scrivere romanzi per Lei?

A me piace raccontare la realtà mescolandola alla finzione romanzesca. Ogni progetto narrativo affronta un tema, una storia negata, un’inchiesta. Il noir mi permette di essere un osservatore attento della realtà e di descriverla attraverso una storia criminale.

Ci sara un terzo romanzo dedicato alla persona di Giorgio Pellegrini?

Sì, uscirà in Italia e negli Stati Uniti in contemporanea nel 2015. Il tema di fondo è il conflitto determinato dalla crisi che investe tutto e tutti, dal mondo del lavoro alla criminalità.