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Sotto il potere, nulla

Autore: Gennaro Malgieri
Testata: Il Giorno
Data: 23 marzo 2013

Il demone del potere è il protagonista assoluto del romanzo di Alessandra Fiori. Incarnato in un “partitocrate” della Prima Repubblica, si propone come archetipo della politica cinica, sprezzante, egoistica, truffaldina che tuttavia a volta si mostra anche fragile e “contagiata” da sorprendenti e rari bagliori di umanità. Claudio Bucci, il protagonista della storia, sale tutti i gradini della gerarchia del partito, inerpicandosi su per i sentieri aspri del compromesso con la propria coscienza che non esita a gettare nel baratro dove riposano i buoni propositi (propagandisticamente esibiti), pur di arrivare non dove lo porta il cuore, ma l’ambizione sfrenata: a sue spese, si renderà conto, che non vale la pena assecondarla a tutti costi.
Cade spesso, ma si rialza. Si accende di pietà talvolta e in una circostanza cede al sentimento dandosi all’unica donna della sua vita, salvo poi metterla da parte per avventure che con l’amore non hanno niente a che fare ed attengono piuttosto, come banali monili, agli ornamenti del potere. L’accaparramento delle tessere, la corruzione, i congressi, il mercimonio, il tradimento, il culto delle correnti: questi gli elementi del suo mondo. E nella lotta per rimanere a galla prima e puntare in alto poi, non si accorge che sta franando dentro, che sta sua anima sta morendo dapprima poco a poco, poi con una velocità impressionante si inabissa. Quando si rende conto che il gioco s’è fatto più grande di lui, arriva la mazzata finale, insieme con quella che dissolve un sistema di potere che sembrava inossidabile: quella Repubblica dei partiti alla quale lui si era dato, come tanti, si sbriciola sotto il peso della sua stessa ingordigia. È la fine.
Ma potrebbe essere anche il nuovo inizio. Se è vero che il “cielo è dei potenti”, altrettanto innegabile è che il contesto descritto non è morto, come si riteneva, agli inizi degli anni Novanta, ma ha assunto negli ultimi vent’anni altre forme e si è riproposto inquietante al punto che il racconto della Fiori potrebbe ben adattarsi a rappresentare questa Italia della quale, credo, non ci libereremo mai, nonostante le illusioni che coltiviamo al riguardo. I Claudio Bucci sono purtroppo legione anche al tempo dell’antipolitica.