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Mauro Zucconi - In caso di spontaneità

Autore: Donato Bevilaqua
Testata: La Bottega di Hamlin
Data: 4 giugno 2013

Il nuovo libro di Mauro Zucconi è una raccolta di esistenze alla ricerca, o alle prese con la terribile mancanza, della spontaneità. Una serie di undici storie che ci mettono di fronte alle situazioni più disparate e che insinuano il dubbio di cosa avremmo fatto al posto dei protagonisti. La bravura di Zucconi sta proprio qui, nel creare un tessuto narrativo in cui è facile immedesimarsi, in cui il surreale si mescola con il quotidiano, e si intreccia con i sentimenti più umani che si possano immaginare: la paura, l’ironia, la malinconia, un leggerissimo dolore.
 
In caso di spontaneità diventa ben presto un resoconto malleabile e duttile di stili di vita, di possibilità che si realizzano al contrario, di scelte in senso opposto. Così scopriamo che, nonostante il titolo, i personaggi del libro peccano proprio di questa dote, della spontaneità, lasciandosi trasportare completamente dagli eventi, o vivendo col freno a mano tirato in virtù di schemi mentali che imbrigliano la personalità. Nella moltitudine di situazioni raccontate è proprio questa mancanza il filo conduttore. Leggendo, assaporando lo stile limpido e diretto di Zucconi, ogni protagonista è ridotto all’essenziale, spogliato della propria maschera e mostrato con tutte le sue debolezze e incertezze. Così, perfino la solitudine è una sensazione condivisa, proprio perché sono le situazioni proposte ad essere estremamente condivisibili.
 
Stupisce in positivo di Zucconi la capacità di guardare alla realtà con un occhio attento e vispo, estremamente preciso nel raccontare ogni minimo particolare, ma sempre puntuale nel condire le immagini con le descrizioni dei pensieri, con la giusta dose di cinismo, di affascinante e straordinariamente utile materialismo e banalità. Ciò che le storie scatenano è la curiosità di vedere come andrà a finire, di vedere fino a che punto un evento sarà spinto al limite.
 
Un libro, dunque, che muove i suoi passi dalla solitudine, dal fallimento, dalla debolezza di gente comune che sembra condividere con chi legge nevrosi e confusione. Nasce quest’interazione personaggio-lettore che sembra sostituire quella che, proprio i protagonisti, non riescono a creare col mondo, coi loro simili. Arrendersi o non arrendersi, in questo libro, fa poca differenza.