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Torna Sanantonio, il commissario più osé che ci sia

Autore: Giovanni Ricciardi
Testata: Il Venerdì / La Repubblica
Data: 10 maggio 2013

Il nome dirà poco o nulla ai trentenni cresciuti a pane e Montalbano, ma se rovistassimo tra i libri che più circolavano negli anni Settanta, scopriremmo che in molte case italiane entrava regolarmente, al prezzo modico di lire 400, il commissario Sanantonio. Oggi, il gran ritorno, grazie alle edizioni e/o, per un poliziotto sciupafemmine, sboccato e irregolare, con un nome che fu scelto dal suo creatore puntando a caso il dito su una cartina degli Stati Uniti. Del resto, Frédéric Dard era nutrito di letteratura hard-boiled made in Usa, e aveva la fantasia per riproporla alla sua maniera nel cuore della Vecchia Europa. Nulla a che vedere, si direbbe, con il leggendario Maigret. Eppure, tra Simenon e Dard c'erano molte affinità. Anzitutto, il giallo: un genere allora misconosciuto in Italia, disprezzato dai critici come pseudoletteratura, ma che fece la fortuna di un editore come Mondadori, che Sanantonio non si azzardava a portarlo in libreria, ma lo distribuiva in edicola, insieme alla fantascienza degli Urania. Ne pubblicò, in ordine sparso, quasi cento episodi tra il 1970 e il 1978. Poi, Parigi, la stessa città scelta dai due scrittori, ma così diversa vista da Sanantonio: «Su Parigi cade una pioggia quanto mai malinconica e umida. Il cielo è triste come una dichiarazione delle imposte, e si riflette sul muso dei miei contemporanei». E ancora, l'insofferenza verso il fisco francese, che portò i due autori a scegliere un esilio svizzero. Dal Paese in cui Friedrich Dürrenmatt annunciava il suo Requiem per il romanzo giallo, Simenon e Dard ne sfornavano a ritmo sfrenato. Lo scrittore belga collezionò 76 episodi di Maigret, Dard più di 150. E così, dopo l'impresa di Adelphi di ripubblicare tutto Simenon, ecco che un altro editore, e/o, inizia a riproporre la monumentale serie di Sanantonio, nell'ordine in cui fu pubblicata in Francia tra il 1949 e il 2000, anno della morte di Dard. Si comincia con Per stavolta don Antonio e Nespole come se piovesse. E si apprezzeranno le storie al limite del surreale, una lingua ardita e piena di neologismi, giochi di parole e calembour, ricca di invenzioni che hanno rivoluzionato per sempre i canoni di un genere. Senza dimenticare la passione (ricambiata) per le belle donne, tanto che lo scanzonato Sanà (così chiamato confidenzialmente) nelle copertine della seconda serie in edicola verrà spesso raffigurato con le fattezze dell'attore Jean-Paul Belmondo. E i comportamenti osé del suo eroe valsero a Dard il curioso onore di essere distribuito in Italia anche con Playboy. Ma a Sanantonio la morale non interessa. Come dice alla sua «spalla», il grasso e pantagruelico Bérurier: «Stoppo la mia indignazione. Non siamo qua per criticare gli usi e costumi della nostra epoca e l'incoscienza dei nostri simili».