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Palermo, Borgo Vecchio

Autore: Domenico Gallo
Testata: PULP
Data: 4 novembre 2007

Palermo è una città che possiede lo straordinario asse temporale di via Maqueda e via della Libertà, una direttrice che abbandona il centro con la sua realtà araba e normanna per allontanarsi in un susseguirsi di di stili, superando la brutta edilizia degli anni Sessanta, fino ai palazzi eleganti e alle boutique delle griffe internazionali degli anni Novanta. Ogni palermitano, ogni giorno, viaggia nel tempo quando si sposta da sud a nord lungo queste strade. Nel cuore di Palermo ci sono mercati famosi in tutto il mondo, come la Vucciria e Ballarò, e il meno famoso Borgo Vecchio, vicino al carcere dell'Ucciardone, in cui si svolge il terzo episodio della serie dedicata ai detective palermitani Fana e Terio Mangiaracina, investigatori informali tra i vicoli della città vecchia.

A metà strada tra le macchiette della vita palermitana e i toni forti di una morte violenta, la storia è quella di una città che ricorda la mafia anche quando non se ne parla. Questa strana storia d'amore, quasi un mito greco di profonda passionalità riscritto con i canoni del noir, si sviluppa in una società che sembra estranea alla criminalità organizzata che è impressa come un marchio di fuoco nella città di Palermo.

Mistral, l'extracomunitario ucciso che dà l'avvio a questo romanzo, apparentemente è un estraneo, un uomo venuto da lontano che ha in sé una cultura assolutamente incomprensibile, eppure dimostra di essere il filo conduttore tra le reali identità delle persone. Alla fine scoprire l'assassino non è poi così importante, rimane il senso della ricerca di una verità complessiva che riguarda l'intero borgo, quel lavoro minuzioso che consiste nel collegare tra loro gli aspetti della vita delle persone fino a costruire un grande e complesso quadro.

Al di là del folclore e dell'esuberanza delle donne, dei sapori del cibo che caratterizzano una città che sembra cercare nel mangiare la propria salvezza, l'incertezza che caratterizza il futuro di Palermo è la proiezione del mistero stesso della morte di Mistral, un modo per definire quel mondo altro costituito dalle persone e dalle loro debolezze.