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Il diavolo ai Giardini Cavour, giallo torinese di Massimo Tallone

Autore: Giulia Mozzato
Testata: Wuz.it
Data: 30 luglio 2013

Quando giro di nuovo la testa dall'altra parte, Azalea è sparito.
Alzo il mento, ruoto il collo, porto la mano alla fronte come gli indiani nei film, ma è come se il damerino fosse stato inghiottito dall'inferno.
Per una ragione che non so spiegare, il cuore prende a pulsarmi così forte da farmi temere, per un momento, che il mio sterno (costruito con ossa di tipo I) si possa incrinare come un parabrezza colpito da una pietra.

Passano gli anni e io continuo a divertirmi a leggere i gialli scritti dal torinese Massimo Tallone. Anzi, se posso dirlo, mi diverto sempre più. Perché? La scrittura di Tallone si è fatta nel tempo più completa, le storie si sono rimpolpate e stratificate, i personaggi sono rimasti quelli autentici, vernacolari della città, ma hanno assunto una personalità maggiormente definita. E i luoghi... i luoghi sono le strade e le piazze che i torinesi amano, ma che chi di Torino non è può scoprire facilmente visitando il capoluogo piemontese.

Sono gli scenari già descritti da Fruttero e Lucentini, quelli amati da Laura Mancinelli, da Bruno Gambarotta, per citare solo alcuni tra i tanti autori che tra queste case hanno ambientato i loro gialli.
Piazza Cavour è bellissima. Circondata da palazzi signorili e raffinati, vede al centro un giardino piuttosto ombroso di medie dimensioni caratterizzato dal non essere in piano, ma movimentato da collinette artificiali. Un luogo al tempo stesso meraviglioso e inquietante, come accade spesso a Torino.
(Per chi ama le fiction televisive, qui recentemente sono state girate le riprese esterne della scuola nella serie "Fuoriclasse" scritta da Domenico e Federico Starnone, con la regia del torinese Riccardo Donna e protagonista Luciana Littizzetto; chi ama il cinema può ricordare in questa piazza la casa di Margherita Buy nel film di Roberto Faenza "I giorni dell'abbandono").

In questa piazza ha sede l'agenzia immobiliare del Gufo (soprannome che non si riferisce all'animale). Il Gufo ama le imprese difficili e trovare la casa giusta per le esigenze anche più strane dei clienti è ciò che gli fa amare questo mestiere.
Quando dunque in agenzia arriva il signor Azalea, un uomo non più giovane alla ricerca di una casa, una villa, un capannone "in cui siano stati compiuti delitti efferati" e dove sia stato "versato molto sangue", il Gufo accetta la sfida (e i soldi) e si mette al lavoro.
A dargli manforte ci sono Anna, la sua collaboratrice, e un cliente diventato amico, "Vienna", la voce narrante della storia, un uomo affetto da un problema di fragilità alle ossa (le "ossa di vetro") che lo rende molto vulnerabile, ma non gli impedisce di dimostrare una certa dose di coraggio, rafforzata da un allenamento voluto dai genitori proprio per attenuare questo handicap fisico: "grazie al quotidiano esercizio di consolidamento della volontà, ho sviluppato una formidabile capacità di resistere alle sollecitazioni e agli stimoli esterni più diversi, riuscendo a contenere le reazioni classiche prodotte dalla paura".

È evidente che andando alla ricerca di un luogo in qualche modo "dannato" ci si può cacciare nei guai (e che guai!). Il cadavere di una donna torturata prima di essere uccisa su un "letto di Procuste"; strane figure che compaiono o scompaiono all'improvviso; piccoli incidenti che sembrano sinistri presagi; riti satanici; antiche segrete sotto il Valentino frequentate da un gruppo di strani "ricercatori"...

Impossibile non pensare a figure come Nostradamus, Cagliostro e Gustavo Rol che hanno segnato la storia più misteriosa e segreta della città.
Aleggia tra le pagine anche il fantasma di 'Profondo rosso' (in certi momenti ci sembra di sentire in sottofondo la musica dei Goblin) ma Massimo Tallone non è Dario Argento, non ama lo splatter, non è uno scrittore pulp. Lo spiritismo, il satanismo, qui sono vissuti con ironia e l'orrore non diventa mai horror.
Non per questo, tuttavia, mancano i colpi di scena!