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C'è poco da ridere

Autore: Stefano Vicentini
Testata: L'Arena
Data: 23 agosto 2013

Undici racconti sui fallimenti del nostro tempo. Personaggi soli e confusi, ma ostinati nella ricerca di alibi per vivere la vita. Quotidianità che sembrano assurde, eppure sfiorano la realtà mostrando i paradossi di certe esistenze inconcludenti. In caso di spontaneità (190 pagine, 16 euro), scritto da Mauro Zucconi per l'editrice E/O, coinvolge il lettore al di là delle sue prime reazioni: una spontanea risata e un'irritazione che fa venire la voglia di prendere a schiaffi la maggior parte dei protagonisti, se non fossero creature di finzione. E proprio tale sentimento l'autore vuole suscitare. Il problema non è esser malati di nevrosi o sconfitti dalle esperienze, ma restare testardamente ancorati alle proprie manie come in una livrea rassicurante. Ecco le congetture di un alienato manager: «Se sono buono la gente mi considera scemo e, talvolta, cerca di fregarmi. Se sono cattivo mi odia. Se sono medio mi trova insipido. Se vario il mio comportamento, squilibrato. Se lo tengo invariato, monotono. Le relazioni sentimentali sono sempre state un casino, mi procurano insoddisfazione e angoscia e non ci capisco un'acca. Con gli amici nessun problema: non ne ho. I miei parenti hanno una scarsa considerazione di me, e il mio cane, se gli faccio le feste, mi morde. Dio esiste solo per ignorarmi quando ho bisogno di lui e per mandarmi qualche accidente quando le cose filano lisce. Le uniche a starmi vicino sono le femmine di pappataci». Zucconi, piacentino, laureato in filosofia, autore fra l'altro di Come diventare il mio cane e Prima di lasciarmi passa almeno lo straccio, esamina i suoi personaggi con le teorie più strampalate, facendoli cadere puntualmente al principio di non contraddizione e a tutti i sillogismi. Così un ragazzino bullo col suo aiutante, costretto a seguirlo, cerca angherie che diventino eroici racconti, certo ingigantiti. Umilia vergognosamente un indifeso in gita con la parrocchia suscitando nel compagno ripugnanza e la speranza che qualcuno possa rompergli il muso: l'occasione arriva, memorabile per il testardo sobillatore di guai. In un'altra storia una donna esemplare per moralità ma timida, fatta per servire e non per comandare, per necessità assume una domestica. Come farà a comandarle i lavori - è il dilemma dei familiari - vedendola preparare la casa pulita e in ordine prima che arrivi la donna di servizio, che quindi è pagata per non far niente? Smascherata quest'ultima con una trappola, la prova del nove arriva quando la padrona deve gestire il rimprovero. L'elenco degli inconcludenti continua: un'investigatrice del crimine risolve i casi con accuse fasulle a improbabili colpevoli, ma scopre di essere la protagonista di un telefilm. Una ragazza dall'abbraccio taumaturgico abbraccia taumaturgicamente il ragazzo sbagliato Un giovane solitario trascorre la vita come in un videogioco: nel «game» sportivo è un «life manager» che tratta, acquista e vende, valorizza, incita e conforta i suoi giocatori; nella vita archivia ogni comportamento, schedando meticolosamente anche una relazione affettiva, per cui è dato per pazzo. C'è poi il tale a cui manca la determinazione per iscriversi a un corso per diventare determinati; un altro crea un ridicolo manuale di istruzioni per incontrare un orso. Dietro alle esagerazioni ci sono fondi di verità, spesso raccontati dai mass media in cronache che suscitano stupore. Le paranoie che un tempo erano eccezioni e deviazioni sempre più oggi diventano gesti usuali, che l'autore mette a fuoco con caustica ironia. Allora il lettore concluda l'ipotesi del titolo: che fare in questi strani casi di spontaneità? Chi vorrebbe evadere dalla realtà legga l'ultimo racconto: un bimbo solo al luna park attende, fino all'ultimo giro, di salire gratis sulla fionda volante che promette (e mantiene) di catapultare nel cielo.