''Non tutti i ladri vengono per nuocere'' affermava sin dal titolo una farsa di Dario Fo in cui il protagonista, entrato in una casa per svaligiarla, riceve telefonate dalla moglie e si trova invischiato in una complicata storia di corna dei proprietari rientrati inopinatamente. Anche l'Adelmo di questo nuovo e ironico racconto, icastico e giocoso noir, ma senza sangue, di Massimo Carlotto fa il ladro, ha una moglie ansiosa che lo chiama di continuo al cellulare e si trova, davanti alla proprietaria dell'appartamento in cui si è insinuato, in una situazione del tutto inattesa. Siamo a Rimini, fuori stagione. Lui ruba da quando a 45 anni è stato licenziato dalla fabbrica e non sa come pagare mutuo e bollette; lei, una sessantenne tedesca di nome Lise che ha fatto il croupier nelle sale gioco delle navi da crociera e si è abituata a giudicare le persone, con un'occhiata, dal comportamento al tavolo verde e a guardarle dall'alto in basso, è rimasta senza soldi, perchè era stata convinta dalla banca a puntare tutto sui famosi derivati truffa. Le sono rimasti solo 120 mila euro, che a lei bastano per vivere un anno e che metterà in gioco con Adelmo. Lui entra da una finestra aperta nella sua casa buia, ma quando, guidato dalla luce di una piccola torcia, arriva in salotto, all'improvviso tutte le luci si accendono e Lise è lì in poltrona, come lo attendesse. Inizia quindi una sfida che naturalmente sarà lei a condurre, anche se lui troverà il modo per non soccombere su tutta la linea, e che è la forza letteraria coinvolgente e asciutta di questo testo di Carlotto, quasi tutto dialogico, che esce ora in occasione della manifestazione romana ''Libri come'', dove l'autore lo reciterà, assieme a Anna Bonaiuto, venerdì 14 marzo, con musiche dal vivo di Maurizio Camardi. ''La menzogna è l'unico, vero strumento di sopravvivenza a disposizione dell'essere umano'' afferma la donna, e lui le replica: ''Dici che racconti un sacco di bugie, ma a me pare che provi un gusto particolare a sbattere in faccia la verità'', ferito dalle spiazzanti e sprezzanti notazioni di Lise, che dice di limitarsi a capire come lui e la sua Carlina si stiano giocando male, miseramente, la vita giorno per giorno. Lei è donna raffinata, abituata a saper ben vivere, lui è un ''uomo da cioccalatini'', e consigliati dal pasticcere, e non certo all'altezza di fiori, profumi o vestiti adatti a una come lei. Lise è decisamente uno dei personaggi, di quelli migliori, di Carlotto, con le sue uscite, le sue affermazioni, la sapienza di chi fa i conti con la vita e dichiara ''il mondo non mi deve nulla'', capace di chiedere, implorare, sedurre (in un attimo di debolezza e fragile illusione legata al suo passato), di pagare e ricattare il povero Adelmo, sperso, conquistato dal fascino e l'intelligenza che si è trovato di fronte, capace di costringerlo a fare qualche conto con la propria vita e il proprio modo di essere. In tutto questo, nel gioco serrato tra i due, nei colpi di scena, nell'abile variare di toni e situazioni, grazie a una bella scrittura vivace, senza fronzoli, precisa e diretta, ecco che ci si trova davanti a dichiarzioni come: ''Ma perché è così difficile trovare un maschio che capisca che far riodere le donne è fondamentale'', oppure, ''Il gioco è fatica e magia. Esattamente l'essenza di cui son fatte le donne. Per questo siamo meglio dei maschi e rendiamo decente questo mondo''.