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Intervista a cura di Andrea Dolce a Carlo Mazza

Autore: Andrea Dolce
Testata: Nuova realtà
Data: 14 giugno 2014

Circa due anni e mezzo dopo il suo esordio, il collega Carlo Mazza torna in libreria con il secondo volume della sua annunciata trilogia “noir”: Il cromosoma dell’orchidea, contrassegnato con il n. 11 della prestigiosa collana Sabot/Age, curata da Colomba Rossi e Massimo Carlotto.

La trama è di avvincente attualità. Alla vigilia delle elezioni amministrative, Gabriele Lovero si candida a sindaco e riceve una proposta di alleanza da un navigato senatore. In cambio, gli sarà chiesto di favorire i progetti di due spregiudicati imprenditori, decisi a costruire un vasto complesso residenziale in un’area a rischio idrogeologico. Il capitano dei carabinieri Bosdaves indaga sul presunto suicidio di un amico d’infanzia, un ambientalista precipitato in una cava contigua ai futuri cantieri edilizi: un antro dalle parvenze infernali che custodisce orchidee di voluttuosa bellezza. Sullo sfondo di una partita che contrappone angeli e demoni e ha come posta la salvezza ambientale, agiscono personaggi vibranti e intensi, animati da lucenti passioni o soggiogati dalla carnalità, in una corsa scintillante verso la rivelazione finale.


Il tuo romanzo d’esordio, Lupi di fronte al mare, fu definito da Repubblica una “Gomorra del Levante” per la sapiente descrizione di un contesto segnato dal malaffare e dalla sofferenza. Che cosa è cambiato in questi anni?

L’ambiente esterno è cambiato poco, e quel poco non mi pare in meglio. Forse però il mio modo si descrivere le situazioni è diventato più indulgente.


Come definiresti il tuo nuovo romanzo?

Un noir.


Che cosa differenzia un noir da un giallo?

Il giallo è un partita a scacchi tra  investigatore e criminale. Attraverso il rapporto di causa-effetto si risale a ritroso fino alla ragione del delitto. C’è un ordine iniziale, che viene compromesso dal crimine, poi ci sono le indagini, il delinquente viene scoperto e condannato, così l’ordine iniziale è ristabilito. Il giallo classico risponde alle domande su chi ha commesso il crimine, e quando e dove lo ha commesso e così via. Un buon giallo richiama la regola accademica delle cinque “w”, che i pionieri del giornalismo anglosassone ritenevano fondamentali per iniziare un buon articolo: Who? What? When? Where? Why? (Chi? Cosa? Quando? Dove? Perché?).


E invece, quali sono le caratteristiche del noir?

La narrazione si concentra sul Why, le ragioni del delitto, sia per quanto concerne le motivazioni personali, o addirittura intrapsichiche, del criminale, sia per quanto concerne le spinte ambientali.


La letteratura poliziesca in passato è stata considerata una “sorella minore” della grande letteratura.

Le cose sono molto cambiate. Basti pensare che il n. 9 della collezione Sabot/Age, “Venga pure la fine” di Roberto Riccardi, è attualmente candidato al premio Strega.


L’ambientazione del tuo nuovo romanzo è vaga, non parli più di Bari.

Ho inteso dare maggior peso ad aspetti universali. Come il desiderio di affermazione personale o la forza dinamica dei sentimenti


Eppure è molto in voga citare la toponomastica della propria città, i piatti locali e riportare i dialoghi in dialetto.

L’ho fatto e lo farò ancora. Ma credo che sul localismo nella letteratura sia giunto il momento di una riflessione per evitarne la gratuità. Per dire, mi capita di leggere storie ambientate nel Sud d’Italia che potrebbero essere ambientate tranquillamente in posti diversissimi, tipo Boston o Istanbul. Sono storie nella quali l’ambientazione autoctona è solo formale e consiste nel richiamare i nomi delle strade o del bar più conosciuto di una certa città.


Come è stato accolto all’estero il tuo precedente romanzo, Lupi di fronte al mare?

Un romanzo di quattrocento pagine con alcuni dialoghi in dialetto barese ha difficoltà a sbarcare sul mercato estero, perché le traduzioni risultano impegnative. Ad ogni modo, la versione spagnola, Lobos frente al mar, ha riscontrato un discreto successo ed è stata recensita da El Pais, il più importante quotidiano nazionale.


Stai già elaborando il tuo prossimo romanzo?

Sì, riguarda l’incendio di un teatro.