Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

“Il cromosoma dell’orchidea” di Carlo Mazza

Autore: Lino Fazio
Testata: IL SUD-EST.IT
Data: 28 giugno 2014

E’ in libreria nella collana SabotAge della E/O Editore il secondo lavoro di Carlo Mazza, barese verace,  innamorato della sua, nostra, Bari al punto da impiantare i suoi due romanzi di riferimento proprio in una città del meridione che casualmente somiglia appunto a Bari.

La Bari del romanzo somiglia tanto alla “Bari da bere”, parafrasando una pubblicità degli anni 70 in cui si aggirano personaggi, palazzinari dell’ultim’ora, di dubbia moralità, pochi scrupoli e molto denaro.

Forti di una convinzione di impunità che li porta a pensare di essere dalla parte giusta della legalità, si muovono in questo contesto appoggiandosi e servendosi del potentato politico della zona, il senatore Barracane, “figlio di un barracuda ed un pescecane” collettore di una valanga di voti e capace quindi di manovrare la politica della città.

La naturale sponda interlocutrice del Barracane è il sindaco uscente, Gabriele Lovero che vuole essere rieletto alle prossime imminenti elezioni amministrative che però viene colto dall’incertezza di accettare o meno i voti offerti dal senatore e dai suoi sodali palazzinari. Non accettarli potrebbe significare una quasi certa sconfitta, accettare quei voti significherebbe vincere a man bassa, però la situazione lo porrebbe nelle mani dei palazzinari e del senatore che lo trasformerebbero in una marionetta tra i loro famelici artigli.

In questo desolante quadro dipinto con i colori mediterranei di una città arresa agli interessi privati, si innesta ancora una volta (la prima è stata nel primo romanzo di Mazza – Lupi di fronte al Mare- E/O Edizioni) il Capitano dei Carabinieri Antonio Bosdaves che, per un puro caso dovuto ad una vecchia amicizia, inizia ad indagare sul suicidio del suo vecchio amico, Luigi Vinciguerra, ritrovato con il cranio fracassato in una cava ad alto rischio idrogeologico ed attorno alla quale ruotano gli attuali interessi della cricca dei palazzinari.

Questi cupi contesti sono avvolti da un nutrito numero di personaggi, alcuni divertenti: “Fece un rapido censimento mentale delle sue esperienze culturali…: la passione per il teatro comico in vernacolo e l’abbonamento ad una rivista di storia militare”, altri inquietanti, altri ancora con un certo “retrogusto” gogoliano. Il tutto condito da polipetti freschi, saraghi al forno ed altre tipiche leccornìe pugliesi.

Mi piace pensare ai lavori di Carlo Mazza e del suo Capitano Bosdaves come ad un novello Commissario Montalbano dato che gli ingredienti ci sono tutti, ciascuno con i rispettivi distinguo.

Da questo noir emerge il classico sottobosco di politici, faccendieri, nullafacenti, ambiziosi disposti a tutto pur di raggiungere il proprio scopo. Mai “La ballata delle madri” di Pasolini è stata più confacente come in questo caso. Opportunamente adattata al nostro contesto, sottolinea, laddove ce ne fosse bisogno, di quanto assistenzialismo, protezionismo hanno bisogno talune figure che tra l’altro mostrano verso gli altri una tale arroganza che li rende ulteriormente prepotenti ma altrettanto coesi nel loro atavico mondo chiuso agli altri.

La collana SabotAge, voluta e curata da Massimo Carlotto, assume questo titolo perché si propone di “sabotare il silenzio quotidiano su temi inquietanti eppure rigorosamente taciuti”.

Credo proprio che questo sia un libro da leggere e che Carlo Mazza con la sua dialettica tipicamente barese sapientemente gestita con una sorta di sceneggiatura dedicata al lettore si pone in una posizione di tutto rispetto tra i nuovi scrittori pugliesi e non solo.