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"Piccole donne" ai giorni nostri

Autore: Alessandra Chiappari
Testata: Artintime
Data: 11 luglio 2014

"Le sorelle Ribelli" ha nel titolo un divertente inganno. Perché si tratta, a tutti gli effetti, di tre sorelle di indole decisamente ribelle, che fin da giovanissime decidono di abbracciare gli ideali sessantottini di parità tra i sessi, di emancipazione femminile, e da un piccolo paese di provincia in Provenza si trasferiscono a Parigi, dove passeranno la loro vita, tra novità, spostamenti, carriere che si delineano, amori che vanno e vengono. Ma ribelli non è solo l'aggettivo qualificativo più adatto a Jeanne, Brigitte ed Elsa, le tre sorelle che di cognome fanno proprio così: Ribelli, eredità italiana trasportata in Francia dai nonni. È all'insegna di questa narrazione spesso ironica, sempre frizzante e incalzante che scorrono veloci e intense le pagine del romanzo, un inno alla vita che scavalca anche i momenti tristi per trascinare le protagoniste e il lettore in una grande saga dei giorni nostri. Non a caso la critica ha definito il romanzo della Atlas "un Piccole donne dei giorni nostri", perché il libro ha tutti i caratteri della grande vicenda familiare: tre sorelle intorno alle quali ruotano i genitori e la zia, i vicini di casa del paesino in Provenza e le nuove conoscenze parigine, consolidate in gioventù, e, più o meno, ricorrenti lungo tutta la storia. Non è solo questione di allestimento del sistema dei personaggi, perché la Atlas crea un vero e proprio mondo, fatto di emozioni e di crescita, un universo con i suoi alti e bassi, problemi e successi, che ci coinvolge, ci fa sentire un po' a casa, nella vita di tutti i giorni. Il romanzo fa partire la storia nel 1969, per poi spezzarla ogni tot di anni e riprenderla nel decennio successivo: passiamo così dal fermento libertino del dopoguerra agli anni '70 e '80, con la sentita ascesa del presidente socialista Mitterand e i festeggiamenti per il doppio centenario della Repubblica francese, e finiamo nel 2001, in diretta dall'attacco alle Torri Gemelle, nell'abbraccio che racchiude simbolicamente la storia del più recente Novecento. Sullo sfondo della Storia che si snoda imperturbabile, le esistenze delle ragazze, via via diventate donne. Quei loro forti e giovani ideali adolescenziali saranno costretti nella grande città, inframmezzati dalle vicende inaspettate che la vita regala, a stemperarsi, a ridefinirsi, fino anche a cambiare significativamente e fare di ciascuna delle tre una persona differente da quella che si credeva in origine. Nel fluire delle loro vite, però, le sorelle Ribelli, continuano a mantenere vivo il loro legame, qualsiasi cosa accada loro, qualsiasi crisi attraversino, così che davvero ripensiamo a "Piccole donne" leggendo della forza d'animo della maggiore delle tre, dei capricci femminili della seconda e della delicatezza fragile della terza. È davvero una saga al femminile, moderna per il suo approccio a quello che era nato come "femminismo", raccontato qui non tanto con le descrizioni delle manifestazioni di piazza, quanto con la concretezza della vita stessa delle tre Ribelli, tre donne del secondo Novecento, tre donne libere, pienamente figlie di un tempo, il loro, che hanno più che mai saputo e voluto vivere, indifferenti al pregiudizio e assolutamente fedeli a un ideale. Nonostante le difficoltà, nonostante gli ostacoli posti dalla vita, le Ribelli si sono lanciate nel fermento della loro epoca, forti di uno slancio di novità ed emancipazione, ma anche di un legame familiare che poi, da adulte, le ha sapute sempre riaccogliere e far uscire a testa alta da ogni problema. Non c'è fidanzato, marito, amico, figlio, personaggio secondario che tenga il passo: in questo affollato ritratto di un'epoca, le protagoniste assolute restano sempre loro, che danno il titolo al romanzo: le tre sorelle, i loro tre caratteri e approcci al mondo, il loro percorso iniziato in un punto e deviato, a seconda delle occorrenze, in modi spesso non previsti e non pensati. E come per tutti i grandi romanzi, il lettore si affeziona ai personaggi così ben delineati, si emoziona nel seguire le vicende di ciascuna sorella, si preoccupa nel vederle abbattute e ostacolate e ogni tanto pensa anche, insieme a tutti coloro che ruotano intorno al mondo mai stabile delle Ribelli, che quelle tre siano forse un po' pazze, sognatrici, mine vaganti. Il fatto è che sono libere, libere come solo delle Ribelli.