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Lo sguardo diverso di Christa Wolf

Autore: Vanna Vannuccini
Testata: la Repubblica - Almanacco dei libri
Data: 15 novembre 2008

L’avevamo conosciuta come pupilla pentita del Terzo Reich, pronta ad aprirsi alla causa del socialismo. E poi come discepola delusa del potere socialista, i cui metodi non corrispondevano alle sue aspettative. Eppure sull’Alexander Plaz, nell’ottobre del 1989, aveva chiesto ai suoi concittadini di non rinunciare all’esperimento socialista ma di cercarne l’effettiva realizzazione. Che cosa pensa oggi Corista Wolf? Come vede le cose a quasi vent’anni dalla Wende, l’unificazione tedesca che come si capisce anche da questo libro, le fece tremare la terra sotto i piedi? Lei che anche al tempo del massimo successo nella Ddr era stata oggetto di critiche, perché, ostinatamente seppur sottovoce, difendeva l’utopia socialista contro la sua misera realizzazione nel socialismo reale, e censurava le pretese della Ddr di rappresentare lo Stato tedesco senza macchia e senza passato nazista. Ma che dopo l’unificazione subì quella che lei considerò una vera e propria campagna diffamatoria, quando furono pubblicate le notizie di alcuni suoi “dimenticati” incontri con la Stasi, alla fine degli anni Cinquanta, nella sua qualità di redattrice di un mensile letterario.

Questi otto testi, scritti tra il 1992 e il 2003, gli anni del dopo Wende appunto, ci danno alcune risposte. La scrittrice getta “uno sguardo diverso” sulle cose a lei vicine – l’infanzia, la lingua, certi frammenti di vita vissuta, il marito, la patria tedesca. Tre testi incontrano i mesi passati a Los Angeles, una “vacanza dalla realtà” offertale dalla fondazione Getty. Un’operazione all’anca è l’occasione per una sperimentazione con la scrittura, mettendo insieme parole e pensieri apparentemente non correlati. In un altro testo riflette sul crollo delle Torri: comincia così la terza guerra mondiale? Un testo affettuoso e ironico, scritto alla maniera di Natalia Ginzburg, è dedicato ai 70 anni del marito: il quotidiano e il soggettivo come compensazione per il fallimento dell’utopia.