In libreria, il romanzo desordio di Muriel Barbery, autrice del caso letterario della passata stagione.
Si intitola Estasi culinarie (edizioni e/o, pagg. 145, euro 15,00) il delizioso libro di Muriel Barbery, lautrice del caso letterario dello scorso anno lEleganza del riccio.
Lambientazione è la stessa: il signorile palazzo di rue de Grenelle a Parigi. E anche il protagonista lo abbiamo già conosciuto: si tratta di quel monsieur Arthens, il grande critico gastronomico, il genio della degustazione, che si trova, proprio come nel libro precedente, in punto di morte.
E in tale condizione estrema, nelle ultime ore della sua vita, il potente despota, luomo che ha avuto nelle sue mani i destini di tanti chef e ristoranti, si ritrova a pensare al suo passato, allinfanzia, ai sapori conosciuti, tentando disperatamente di ritrovarne uno in particolare, un sapore primordiale e divino che vorrebbe assaggiare per lultima volta, a cui affidare il senso della sua egocentrica esistenza. Dunque un viaggio gustoso ma anche divertente, che ripercorre le tappe della carriera del famigerato e crudele critico attraverso la celebrazione di piatti poveri e prelibatezze haute cuisine.
Nel trapasso finale viene accompagnato dalle voci delle sue tante vittime: la moglie, il nipote, lamante, lallievo, il gatto e anche la nostra portinaia Renée, di cui conosceremo meglio le inimmaginabili qualità nel successivo lEleganza del riccio, per chi non lo avesse ancora letto.
Va infatti detto che anche in questo romanzo desordio Muriel Barbery racconta nel suo stile solito e aggraziato, dalla prosa fluida seppure senza le sottigliezze filosofiche del successivo libro, assieme ai piaceri e alle tenerezze della vita, larroganza e la volgarità del potere in un ambiente terrificante e senza pietà, dove può accadere che un cuoco si tolga la vita perché ha perso una stella Michelin.