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∞ Il destino veste Pulixi ∞

Autore: Piero Ferrante
Testata: Macondo - Stato quotidiano
Data: 2 febbraio 2015
URL: http://www.statoquotidiano.it/30/01/2015/macondo-la-citta-dei-libri-132/295371/

Riuscite a immaginare cosa succederebbe se il vostro peggior incubo prendesse forma umana e stuprasse spietatamente la realtà? Riuscite a immaginare le lacrime di quel tempo infinito, le mani sul corpo della vita, la realtà violata che piange e implora, schiantata contro un muro, incapace di riprendere a scorrere? Se non ce la fate, per troppe remore o per mancanza di cinismo, ve lo spiega Piergiorgio Pulixi con “L’appuntamento” (edizioni E/O).Un romanzo incalzante, scritto magistralmente, che rivela tutta la classe di Piergiorgio (e che lo conferma non oltre come una promessa, ma come un’indiscutibile certezza del firmamento noir italiano). Un libro così spietato da far male. Un noir psicologico cupo, ossessionante, ansiogeno, perverso. Scenografico nella sua semplicità. Filmico. Un copione di sangue e rabbia che vortica intorno a un incontro. Lei, donna di classe di ma non troppo. Lui, uomo potente e senza limiti. Tra di loro una chimica astrusa di domande inquietanti e imbarazzanti che sfondano il muro dell’intimità, strisciano viscide su terreni complicati. Lui chiede, lei obbedisce. Poi il copione si ribalta, deboli e forti si confondono, la partita si apre, una partita a scacchi col destino dove le parole prendono il posto delle pedine. Chi sbaglia a muoverne una è perso. In tutto ciò il tempo si annienta e comincia un’altra vita dove tutto è ben peggiore di quello che sembra. Le persone entrano ed escono. Ci sono pupari, fili e pupi. C’è un teatro grande come Roma. Quel che invece non c’è sono gli steccati. La tecnologia entra ovunque. Basta un tasto per cambiare le vite, decidere chi va e chi resta.“L’appuntamento” è una fosca predizione del futuro, di quel che potrebbe essere il mondo se la tecnologia finisse (oppure lo è?) nelle mani sbagliate. Potrete spaccarvi la testa contro un muro di cemento, schiantarvi a cento all’ora contro un albero, strapparvi con le mani, uno ad uno, i capelli o i peli pubici, martellarvi chiodi nelle parti basse. Eppure nulla, neppure il rito più apotropaico, più bestiale, più inumano, potrà salvarvi dalla spirale che vi avvolge non appena ne avrete letta la prima parola. Un gorgo esiziale che se ci entri, non hai scampo. Sei tu l’invitato. Ed è un invito a cui non puoi obiettare nulla. Tu sei parte di quell’appuntamento. Ti si riversa addosso, come una secchiata ghiacciata di attesa, di ansia, di violenza; odio, vendetta e ingiustizia saranno le lancette del tuo orologio. Alla fine, resterete tu e Pulixi. Lui implacabile, tu stordito e immobile su una sedia, arreso.