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La via della speranza

Autore: Lorenzo Luatti
Testata: CEM Mondialità
Data: 6 febbraio 2015

DUE MAESTRI DELLA SCRITTURA E DELL’ILLUSTRAZIONE, MASSIMO CARLOTTO E ALESSANDRO SANNA, S’INCONTRANO SU «LA VIA DEL PEPE» (SOTTOTITOLO: FINTA FIABA AFRICANA PER EUROPEI BENPENSANTI, EDIZIONI E/O, 2014, P. 41, EURO 9,50) PER NARRARE CON PAROLE E DISEGNI UNA FIABA DAL SAPORE ANTICO MA PROFONDAMENTE MODERNA, UN RACCONTO DEL NOSTRO TEMPO DAL TONO LIEVE, ETEREO, MITICO, EPPURE COSÌ AMARO E MALEDETTO, COME LE MILLE STORIE DI FUGA QUOTIDIANA DAGLI SCENARI DI GUERRA E DI FAME A POCHI CHILOMETRI DA CASA NOSTRA

La via del pepe ripercorre il viaggio del giovane africano Ahmal che, imbarcato su una carretta del mare, naufraga insieme a un pugno di compagni disperati, senza nome e senza volto, a pochi metri da Lampedusa. Solo Ahmal sopravvive, ma deve ingaggiare una strenua battaglia contro la Morte, che nel racconto assume le sembianze di una signora bellissima modellata con le onde del mare. Una donna acquatica, dunque, che lo circuisce con parole suadenti e spaventose per condurre il giovane negli abissi, tentazione quasi irresistibile per chi ha sofferto il deserto e il sole cocente del mare aperto. Ma Ahmal, che in arabo significa speranza, ha con sé come portafortuna donatogli dal nonno Boubacar saggio, guaritore e nar-
ratore -, un pugno di grani di pepe, spezia piccante e ricercata. Sarà quel prezioso regalo del nonno a dare un nuovo senso alla sua vita e dare filo da torcere alla donna misteriosa. Carlotto punta l’attenzione sulla Morte e sul filo sottile che la separa dalla vita: la via del pepe ha regalato tante vittime alla morte ma qualcuno però si è salvato ed è stato chi ha avuto speranza, è tornato a terra e ha dovuto combattere anche contro l’incredulità e il pregiudizio. Perché di fronte alle disavventure è importante rimanere ancorati a ciò che si è, guardando avanti, con speranza.
Il nonno Boubacar, grazie anche all’azione magica dei grani di pepe che ha donato al nipote, tiene in vita Ahmal distraendo la morte con la sua musica e con le sue storie, che ci portano sulle antiche vie del pepe. Da qui si sviluppa un fantastico dialogo tra la Morte e Ahmal, che prende spunto da quanto racconta il nonno alla luna, sua confidente, in una conversazione che si svolge in contemporanea, vicinissima, ma distante migliaia di miglia. Il nonno sostiene con fermezza l’antica legge per cui un uomo ha il diritto di vivere, mettere radici, crescere i figli dove lo porta la via del pepe e «niente e nessuno potrà impedirglielo. Tantomeno la Morte, se il viaggio serve a riparare un torto. E Ahmal di torti ne ha subiti molti». Ma quell’antica legge sembra che non valga più: ad un certo punto il ragazzo si sente stanco e sconfitto, è pronto a cedere alla Morte. Il giovane viene trascinato in fondo al mare, insieme agli altri morti, ormai dimenticati anzi, mai esistiti per il resto del mondo. È ancora il nonno però a salvargli la vita. Un incantesimo, scaturito dai grani che Ahmal tiene con sé, fa apparire Boubacar che può rivedere il nipote per l’ultima volta e salvargli la vita sacrificando la sua.
A quel punto la storia ha una svolta: Ahmal viene recuperato, tratto in salvo, ma nessuno crede al suo inverosimile racconto, troppo poco razionale, troppo africano. Viene rimandato nel suo continente, in un posto qualsiasi, tanto è tutto uguale.

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