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Com'è noir Venezia nell'alto medioevo

Autore: Brunella Schisa
Testata: Venerdì di Repubblica
Data: 13 febbraio 2015

Venezia 1106, il giovane Edgardo si è seppellito nell'abbazia Vdi Bobbio per dimenticare lo scherzo che gli ha fatto la natura facendolo nascere gobbo e storto. Tra le mura del monastero ha imparato l'arte amanuense, ma quando i suoi occhi si ammalano, consapevole che uno scnba senza vista è un uomo finito, decide di andare a Venezia dove, si dice, conoscono una cura per la malattia della vista. Trova una città cupa, infida, pericolosa. Tra i miasmi nauseabondi della laguna emergono dei cadaveri con gli occhi strappati e nelle orbite delle biglie di vetro  e il giovane chierico capisce che quei morti sono legati alla sua ricerca e riguardano una scoperta straordinaria. Roberto Tiraboschi,drammaturgo e sceneggiatore, ha saputo raccontare una città e un'epoca avvelenata da intrighi e violenza con una scrittura fortemente evocativa. Colpisce la ricostruzione di Venezia medievale, una città spaventosa. È stato un lavoro faticoso?
«Sl, ma mi affascinava l'idea di raccontare una Venezia inedita, una città nascente di fango e paludi, lontana dall'iconografia più conosciuta della Serenissima rinascimentale. L'immagine cupa e un po' spaventosa della città ha le sue radici nello_ spirito più profondo del mondo medievale: la violenza, la crudeltà erano all'ordine del giorno, ma sapevano convivere con una profonda spiritualità. Questo mi ha molto colpito».
Lei ama le atmosfere cupe, penso aJ libro Sonno. Perché questa predilezione per il lato più oscuro delle persone e della ~? .
«Perché amo raccontare ciò che è nascosto, segreto, il doppio che ognuno di noi si porta dentro. Sono affascinato dal fantastico, dal grottesco. Quando scrivo mi sembra di vivere dentro un lungo incubo. In questo Hbro ho cercato di fondere questa mia anima visionaria con una ricostruzione storica precisa e attendibile».
Lei scrive che i vetrai veneziani hanno scoperto gli occhiali: è vero? Ed è vero che tra loro c'era tanta sanguinosa rivalità?
«In realtà non si hanno notizie precise su chi abbia scoperto le prime lenti per occhiali. Gli studiosi sembrano concordare sul fatto che probabilmente avvenne, quasi per caso a Venezia, per merito di un oscuro cristalliere, l'artigiano che lavorava il cristallo di rocca. Nel 1300 abbiamo documenti che parlano di "roidi da oghi', tondi da occhi. Io ho immaginato che questa scoperta avesse radici più antiche e che un fiolario, cosl era chiamato il vetraio allora, inseguisse il sogno di trovare la ricetta per fabbricare un vetro puro e trasparente come il cristallo. I vetrai avevano ricette segrete e custodite con molta cura e la lotta per impadronirsi di un ricettario poteva diventare anche molto cruenta, fino all'omicidio».
Come è nato il personaggio del chierico Edgardo?
«Nasce da elementi autobiografici: da bambino avevo un incubo ricorrente: quello di svegliarmi cieco».