Recensioni in giallo Il 52enne Massimo Carlotto e i nove più giovani cagliaritani identificati in Mama Sabot hanno "indagato" per tre anni e raccolto 1500 pagine di documenti sulla privatizzazione di fatto del poligono militare per dare vita a questo romanzo
Cagliari. Agosto 2008. Pierre Nazzari, figlio di minatore emigrato e sposato con una belga, due sorelle gemelle, tornato con il padre in Italia dopo la separazione, rimasto solo, cresciuto con i nonni, barman prima di entrare nell'esercito, poi maresciallo, coinvolto in Afghanistan da traffici coi signori della guerra e della droga, fuggito dopo un conflitto criminale, condannato in contumacia a venti anni, disertore in Croazia, ancora ricercato mentre convive a Dubrovnik, è ricattato e assoldato da militari dell'arma come informatore operativo e segreto in Sardegna.
Dopo un primo incarico lo fanno assumere in un frequentato chiosco del Poetto, al Flamingo di Sebastiano Trincas, come esperto di cocktail, per tenere d'occhio una graziosa veterinaria trentasettenne. Lei si chiama Maria Antonietta Tola, Nina, occhi e capelli neri, labbra carnose, naso piccolo e sottile, nata a Nuoro, laureata a Sassari, specializzata a Lovanio (dove vive lontana dalla madre vedova), arrivata da otto mesi a Villaputzu su incarico di un'azienda privata, blindando la villetta dove fa esperimenti su eventuali antidoti per il "mostruoso" che capita agli ovini nei dintorni del poligono di Salto di Quirra, completamente inquinato da invisibili inodori nanoparticelle.
Pierre le ruba i dischetti, la abborda nel locale, la fa confidare, in vario modo la consola. Prendono un sacco di botte e si salvano per miracolo. Fuggono, vengono aiutati, si nascondono. Lei scopre chi è Pierre e lo odia. Non hanno di chi fidarsi. Fino alla fine, perché gli interessi di una servitù militare sono troppi e troppo potenti.
Il cinquantaduenne Massimo Carlotto e i nove più giovani cagliaritani identificati in Mama Sabot (Perdas de Fogu, e/o 2008, pag. 163, euro 15) hanno "indagato" per tre anni e raccolto 1500 pagine di documenti sulla privatizzazione di fatto del poligono militare vero, con un kombinat di ditte italiane, francesi, britanniche coinvolte nella gestione, attività di addestramento alla protezione civile usate come copertura, esperimenti per ogni tipo di arma con ogni tipo di impatto in ogni tipo di guerra per distruggere vite e ambiente del "nemico", intercettazioni disinformazioni contractors a iosa.
Soru ci fa bella figura, altri politici no. Il taglio chirurgico in varia terza persona, gli umori e gli odori sono quelli tipici del grande narratore di origini veneto-orientali. Il titolo è del paesino che ospita la struttura. I cocktail meritano un approfondimento. Segnalo la puntata ad Istanbul, pag. 155-6. Sull'uranio impoverito si dicono cose corrette, me ne occupai, bisognerebbe tornarci su.